Nell’Alto Vicentino ci sono grandi aspettative sulle elezioni regionali, ma i patti sono chiari: “Andremo a votare chi ha lavorato per il territorio, non vogliamo assenteisti o consiglieri che hanno percepito lo stipendio senza farsi mai sentire né vedere”.

Un messaggio forte e chiaro per chi si è candidato in Regione, per chi vuole sedere su una poltrona ‘che conta’, ma che oltre ad un lauto stipendio e a privilegi di vario tipo, dovrebbe soprattutto farsi carico di quella che è una grande responsabilità, il servizio a favore del territorio e dei cittadini che, con il loro voto, hanno espresso la preferenza. Nasce dal “profondo senso di abbandono” vissuto di recente lo sfogo di Valter Orsi, sindaco di Schio, che come i suoi colleghi ricorda con precisione i tanti giorni trascorsi in emergenza negli ultimi anni, dalla tempesta Vaia, alle inondazioni, fino al covid. “Senza mai ricevere una telefonata da quello che dovrebbe essere stato il punto di contatto tra l’Alto Vicentino e la Regione”.

E’ Maurizio Colman, consigliere regionale uscente e candidato alle prossime amministrative nella lista di Matteo Salvini, ad essere finito nel mirino di Orsi, che si è sentito “preso in giro dal video girato a Schio dal consigliere, dopo che in questi anni non si è mai fatto vedere né sentire” e ha voluto dichiararlo pubblicamente. Un affondo del primo cittadino, che motiva la sua presa di posizione a poche settimane dalle regionali, quando i veneti saranno chiamati a decidere chi dovrà essere il loro rappresentante nelle stanze che contano: “Quando si eleggono i consiglieri regionali bisogna avere il coraggio di fare delle scelte e dire le cose come stanno – ha detto – Un consigliere regionale deve rappresentare il territorio che lo ha eletto, deve essere presente, non sappiamo cosa farcene degli assenteisti. Invito ufficialmente il consigliere Colman ad un dibattito pubblico, con me, per illustrare ai cittadini di Schio che cosa ha fatto per la città e per il territorio intero in questo periodo da consigliere, perché a me risulta non abbia fatto nulla. Lo dico perché ha usato Schio come sfondo per il suo primo video, ma è giusto che dia spiegazioni su cosa ha fatto in concreto per la città”.

La rabbia del sindaco di Schio è scaturita proprio dal video di presentazione girato con il duomo sullo sfondo, citando l’operosità della cittadina capofila dell’Alto Vicentino. “Proprio perché Schio è una cittadina operosa, non abbiamo bisogno di lavativi”, ha ribadito Orsi senza mezze misure e consapevole che sono proprio le amministrazioni comunali a doversi rimboccare le maniche in caso emergenza. E’ stato così durante la tempesta Vaia, con le varie emergenze idrogeologiche ed è stato così durante il periodo covid. Sindaci in prima linea con volontariato, forze dell’ordine e Protezione civile. Al loro fianco semplici cittadini, associazioni, ma mai e poi mai rappresentanti delle istituzioni che contano e che a fine mese portano a casa migliaia di euro di stipendio e rimborsi spesa dai fondi pubblici.

“Io spero che gli scledensi non si facciano abbindolare da chi si è totalmente disinteressato del territorio e dei bisogni della città – ha continuato Orsi, prendendosi la responsabilità che ogni sindaco dovrebbe assumersi, dicendo chiaramente le cose ai suoi cittadini, con oneri e onori del ruolo – L’unica volta che il consigliere Colman è venuto a Schio è stato per presenziare ad una campagna per le amministrative, è salito sul palco e ha sparlato del sindaco in carica, che in quel caso ero io. Poi più visto, ma non ho nemmeno ricevuto una telefonata, mai, nulla di nulla. Eppure è il consigliere eletto nel territorio, che siede tra le fila della maggioranza del governatore Luca Zaia. L’Alto Vicentino e Schio hanno bisogno di un rappresentante che non sia necessariamente di Schio, ma che mantenga i rapporti con il territorio e porti i nostri problemi in Regione. E poi deve arrivare qui con una soluzione, deve spiegarci che cosa ha fatto per noi. A Schio non abbiamo mai avuto risposte sui temi importanti, mai ricevuto una telefonata, mai un interesse. Gli scledensi meritano rispetto, i cittadini tutti meritano rispetto, non è più tempo di votare figure che non rappresentano nessuno e che guardano solo al loro interesse personale”.

Segno che i nodi cominciano a venire al pettine e che sono in molti, tra gli amministratori locali, a mostrare insofferenza ad una politica elitaria, fatta di presenzialismo quando c’è da partecipare ad inaugurazioni e tagliare nastri e di assenteismo quando ci sono problemi veri. Emblematico il caso della protesta dei sindaci dell’Alto Vicentino, che nel maggio del 2019 hanno affrontato a muso duro Manuela Lanzarin, assessore regionale alla Sanità e candidato alle prossime regionali. Tema del giorno erano le schede ospedaliere, riformulate su richiesta bassanese e penalizzanti per l’ospedale di Santorso. Promesse, rassicurazioni, ma alla fine sono stati i sindaci che per trovarsi a tu per tu con il loro riferimento in Regione si sono dovuti piazzare, incavolati, fuori dalla medicina di gruppo di Chiuppano, dove l’assessore era presente per il taglio del nastro.

Tutti i nodi vengono al pettine e l’Alto Vicentino, territorio che evidentemente non ce la fa più a subire in silenzio, comincia a fare i conti con prese di posizione decise.

Lo stesso giorno di Orsi infatti, anche lo scledense Carlo Cunegato, consigliere comunale e candidato in Regione al fianco di Arturo Lorenzoni, si è scagliato pubblicamente contro Colman, per gli stessi motivi e senza mezzi termini. Non una sfida a tu per tu, ma semplicemente una constatazione: “Il consigliere regionale della Lega di Piovene Maurizio Colman nel suo volantino elettorale parla dell’ “ottimo livello della sanità veneta”. Del resto, negli anni del declino della sanità del territorio non ha mai detto nulla. Non pervenuto”. Cunegato ha quindi elencato una serie di numeri che danno contro a quanto dichiarato anche da Manuela Lanzarin, assessore alla Sanità e candidata per i prossimi 5 anni al fianco di Zaia.

Parole decise, quelle di Orsi e Cunegato, che fanno capire quanto è nell’aria ormai da tempo, ma che ancora troppo pochi rappresentanti istituzionali hanno il coraggio di far comprendere ai loro elettori: la politica deve essere servizio. Se non è servizio, è un privilegio che non ha nessuna utilità per i cittadini.

Sono stati in effetti anni duri per l’Alto Vicentino, che dopo un declino lento, accompagnato anche ad una crisi globale, ha avuto una forte batosta con la tempesta Vaia, nel 2018. Anche in quell’occasione sono stati i sindaci a rimboccarsi le maniche, mentre i consiglieri regionali rappresentanti del territorio non si sono fatti vedere. Poi i problemi con la Sanità, gli eccellenti servizi territoriali che scomparivano piano piano, l’ospedale di Santorso al centro di polemiche e lamentele sempre prontamente documentate, la manifestazione che ha trascinato in corteo oltre 4mila persone in difesa della Sanità locale e infine il covid. E le istituzioni lontane e silenziose.

Li aspettavano in effetti al varco, i consiglieri regionali, che in questi ultimi anni hanno sfilato orgogliosi e disponibili quando c’era da tagliare qualche nastro, ma che si sono defilati nelle grandi difficoltà. “La politica è responsabilità – ha concluso Orsi, che in più occasioni ha agito da leader capitanando le prese di posizione contro i vertici regionali senza timore – I cittadini hanno adesso una grande responsabilità. Li invito a scegliere chi ha agito con dedizione per il suo territorio, chi si è fatto vedere, chi lavora con passione. Non bisogna confondere gli slogan con i contenuti, adesso servono persone che lavorano seriamente”.

Anna Bianchini

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