“Dal PSSR alle Schede Ospedaliere e Territoriali, il futuro della sanità veneta. A forte rischio i servizi territoriali e la presa in carico della cronicità” . E’ quanto è emerso durante il convegno organizzato dal Gruppo Regionale del Partito Democratico, dal titolo ‘Dal Piano Socio Sanitario alle Schede Ospedaliere e Territoriali’, per approfondire con gli operatori socio sanitari gli aspetti portanti del nuovo PSSR 2019- 2023 e le possibili ricadute sul territorio e per la salute dei cittadini veneti.
“Il nuovo Piano Socio Sanitario Regionale 2019/2023 – esordisce il Capogruppo PD in Consiglio regionale, Stefano Fracasso – che definirà la programmazione socio- sanitaria in Veneto per i prossimi cinque anni, è stato votato a dicembre 2018 in aula consiliare con il nostro voto contrario, anche se, grazie all’atteggiamento costruttivo che noi abbiamo sempre avuto durante l’iter di formazione, diverse nostre proposte per migliorare il Piano sono state recepite dalla Maggioranza. Ciò nonostante, manteniamo forti perplessità nei confronti di un Piano che non dà risposte convincenti ed esaustive rispetto ad alcune questioni che noi riteniamo fondamentali e assolutamente ineludibili: in primis, la carenza di
Claudio Sinigaglia: “Questo convegno rappresenta una importante occasione per approfondire il passaggio dagli obiettivi del nuovo PSSR, che sono stati definiti e approvati dalla Maggioranza in Consiglio regionale, alla caratterizzazione dei prossimi ospedali del Veneto, delle Strutture territoriali e dei servizi che verranno erogati. Molteplici sono gli aspetti che non ci convincono rispetto al nuovo Piano e forti sono le nostre paure per il futuro della sanità veneta. Sono a rischio servizi importanti, di tipo specialistico, a causa della drammatica carenza di medici, come quelli garantiti dai Pronto Soccorso, in quanto mancano medici d’urgenza e anestesisti. Abbiamo il forte timore che la carenza di medici porti alla soppressione, o comunque ad una significativa riduzione, di alcuni reparti, soprattutto negli ospedali periferici, con un ulteriore accentramento dell’attività assistenziale, ma anche di intervento, negli ospedali del capoluogo; un accentramento che danneggerebbe la periferia e i territori. Per non parlare dell’annosa problematica legata all’attività dei medici di famiglia, di base, i quali avrebbero dovuto riunirsi in gruppo, con gli infermieri, per garantire, dalle 8 alle 20, la presa in carico della cronicità; invece, abbiamo riscontrato l’incredibile retromarcia, su questa decisione, da parte della Maggioranza, una impasse che rischia di compromettere l’assistenza delle persone più fragili, quelle con gravi patologie. La presa in carico della cronicità è infatti fondamentale, ma le soluzioni previste dalla Regione su questo campo non ci convincono affatto perché rischiano di minare il rapporto tra medico di base e il territorio di riferimento.
Chiude Bruno Pigozzo: “ Abbiamo cercato di restituire, per quanto possibile, agli operatori socio- sanitari, il cospicuo lavoro che abbiamo svolto, prima in Commissione Sanità e poi in aula consiliare, durante i mesi di discussione sul nuovo PSSR 2019- 2023. Premetto che noi abbiamo tenuto un atteggiamento responsabile, di critica costruttiva, e le nostre proposte sono state corpose; alcuni punti importanti sono stati poi recepiti nella manovra emendativa del Piano. Eppure, non siamo certo soddisfatti, ci aspettavamo una maggiore collaborazione da parte della Maggioranza e dall’Assessore regionale alla Sanità. E’ soprattutto mancata, a mio avviso, una chiara interlocuzione politica, in quanto le osservazioni puntuali e motivate che noi avanzavamo di volta in volta cadevano nel vuoto e venivano accantonate, dopo essere state valutate solo ‘a latere’ dall’Assessore e dal Direttore dell’Area Sanità e Sociale della Regione Veneto, dott. Mantoan. Questa, trovo sia stata la difficoltà principale che abbiamo riscontrato.
Ora, dal Piano prenderà vita la manovra attuativa, con la definizione delle nuove Schede ospedaliere che organizzeranno gli Ospedali e i Servizi territoriali. Come PD, nell’ultimo decisivo anno di Legislatura, vigileremo affinché vengano garantiti i fabbisogni socio- assistenziali espressi dai territori, anche se siamo fortemente preoccupati che le soluzioni messe in campo dalla Maggioranza si dimostrino insufficienti e inefficaci. Il sistema socio sanitario veneto rischia di precipitare in una deriva pericolosa. Ma noi siamo qui e il nostro impegno sarà massimo per garantire a tutti i veneti il fondamentale diritto alla salute”.
Comunicato stampa