E’ quasi del tutto completata la riorganizzazione dell’ospedale di Santorso, che per affrontare l’emergenza coronavirus è stato attrezzato per diventare centro covid.
A preoccupare Giorgio De Zen e Carlo Cunegato, del gruppo Coalizione Civica Schio e promotori del comitato per la tutela della Sanità dell’Alto Vicentino e della grande sensibilizzazione dello scorso novembre, è “la carenza di personale infermieristico”.
Secondo i consiglieri scledensi, questo riguarda soprattutto la terapia intensiva.
Una preoccupazione e un appello non nuovi, tanto che negli ultimi giorni, nella televisione nazionale rimbalza una pubblicità che riporta proprio l’appello per il reclutamento di personale medico e sanitario, soprattutto nelle regioni del nord, la cui sanità è messa a dura prova per l’emergenza covid.
“Il piano per la riorganizzazione dell’Ospedale di Santorso in un hub-Covid 19 provinciale procede, ma si sta evidenziando anche la distanza tra l’obiettivo da raggiungere e le risorse messe in campo per farlo – hanno sottolineato Cunegato e De Zen – Questo riguarda soprattutto la terapia intensiva che è in via di realizzazione. I posti previsti saranno 66 più i 13/14 già esistenti. Ringraziamo fin da subito i medici, gli infermieri e gli operatori socio sanitari che stanno facendo molto di più di quello che dovrebbero, con un’energia e un coraggio incredibile. Tuttavia questo non basta, per salvare vite servono soprattutto formazione e competenze specifiche. I pazienti Covid in terapia intensiva sono molto difficili da trattare. Molti degli infermieri destinati ad essa e riconvertiti da altri reparti, nonostante tutto l’impegno straordinario che stanno mettendo, non hanno mai avuto esperienza in rianimazione e si stanno formando sul campo. Devono essere affiancati da infermieri esperti.
Serve almeno un medico anestesista ogni 10 pazienti, ma a Santorso ci sono solo 14 anestesisti, che, se pensiamo a turni di 8 ore, sono poco più di tre a turno. Considerando che alcuni di loro, ‘puliti’, come si dice in gergo, debbono essere presenti nel punto nascite, si è calcolato che con questo personale si potrà fare fronte al massimo a 20 pazienti in terapia intensiva. Stiamo pagando i tagli e la disorganizzazione precedente, perché gli anestesisti erano già in deficit, 7 in meno rispetto a quanto previsto. Ma il piano di riorganizzazione partiva da qui, dal computo corretto delle risorse disponibili. Diventa inutile anche mandare i respiratori, se non c’è personale. Facciamo appello quindi alla Regione perché al più presto venga mandato il personale medico e infermieristico necessario, perché senza di esso le strutture e le attrezzature servono a poco. Raccomandiamo infine – hanno concluso – di pensare in primo luogo alla loro sicurezza. Questi professionisti sono rari, non possiamo permetterci che se ne ammali neanche uno”.