Un anno di sindacatura rappresenta solitamente un periodo di tempo utile per poter tracciare un primo bilancio delle attività compiute.
Come da consuetudine della nostra redazione, anche con la prima cittadina di Sarcedo vogliamo ripercorrere le principali tappe dei primi dodici mesi alla guida della città.
Buongiorno Sindaca. O preferisce che la chiami Sindaco?
Non ho problemi di forma, ma mi piacciono le tradizioni, per cui preferisco definirmi e farmi chiamare Sindaco.
Il 10 giugno si è compiuto un anno dalla sua elezione dunque a “Sindaco”. Qual è il suo primo bilancio, come ha vissuto questo primo anno?
Ritengo il mio primo bilancio sicuramente positivo, anche se penso che debbano essere i cittadini a dirlo. Un anno devo dire molto impegnativo, in quanto la situazione che mi sono trovata a gestire non era affatto semplice, con dati e informazioni spesso lacunose. Un’eredità di cui ero comunque in parte consapevole, al momento della scelta di candidarmi, visto che nei cinque anni precedenti ero stata consigliera, se pur di minoranza.
Quindi lavoro sodo fin da subito.
Esatto, proprio così. Ci è toccato lavorare sodo già dalle prime battute, per porre delle solide basi a quella ripartenza che avevamo promesso in campagna elettorale.
Parlo al plurale perché tutto quello che abbiamo fatto è stato possibile solo grazie a tutto il mio gruppo, ed in particolare alla giunta che tanto mi supporta. Approfitto per ringraziare il mio vice, Giorgio Meneghello, per la sua indiscussa competenza tecnica e per il rispetto dei ruoli che ha sempre mantenuto, l’assessore alla cultura Valeria Caretta, che con impegno si è adoperata e si adopera nell’organizzare numerosi eventi culturali e di intrattenimento che coinvolgono l’intera comunità e che toccano l’intero territorio, l’assessore Debora Parisotto, che con innata sensibilità e competenza si impegna per il sociale, l’assessore allo sport, Andrea Dal Ferro, per la sua vicinanza ai giovani e la sua presenza costante nel territorio, sempre attento a soddisfare le esigenze e richieste che gli vengono formulate. Allo stesso modo devo ringraziare tutti i dipendenti comunali per la disponibilità e l’impegno che dedicano per far fronte alle nostre richieste, e a quelle dei cittadini, e, non ultimi, devo ringraziare i cittadini di Sarcedo per la fiducia che hanno riposto in me, e per gli attestati di stima che quotidianamente ricevo.
Indossare la fascia da Sindaco è un onore, ma altrettanto forte è il senso di responsabilità che deriva da questo ruolo, consapevole che il proprio comportamento debba essere da buon esempio per tutti, un atteggiamento sobrio, rigoroso, e rispettoso delle persone e della cosa comune.
Sono proprio questi i sentimenti che si sentono forte, e che ti pervadono nel momento in cui indossi la fascia.
Mi sembra di comprendere che per Lei sia molto importante il lavoro di gruppo?
Di più, il lavoro di gruppo è fondamentale.
Questo non significa che concordiamo sempre su tutto, ma che ci confrontiamo con assoluto rispetto, ascoltando le opinioni di ciascuno per poi giungere a conclusioni condivise.
Ritengo che il dialogo sia alla base di tutto, come nella vita d’altronde, chi non è in grado di dialogare o non vuole dialogare vede o vuole vedere le cose solo nella sua prospettiva; in questo modo la visione sarà sempre distorta, non può essere altrimenti. Il dialogo accresce e migliora tutti.
Peraltro, il tempo che si trascorre insieme è molto, perché quando si lavora tanto la giunta diventa quasi una seconda famiglia, per cui è importante lavorare in un ambiente sereno, creando rapporti improntati nel segno del rispetto e della correttezza reciproca.
Qual è stato il primo obiettivo raggiunto?
Il primo obiettivo che mi proponevo e che ho subito raggiunto è stato quello di dare un segretario comunale alla città, fisso dopo anni di scavalco.
La presenza a tempo pieno di questa importante figura nell’organigramma di un ente come il nostro, ha sicuramente portato una maggiore stabilità e, cosa che non guasta, una migliore serenità, alla macchina amministrativa.
Colgo l’occasione per ringraziare la dottoressa Emanuela Zanrosso per aver accolto la mia richiesta e condiviso i miei obiettivi sin da subito.
All’inizio ha detto che era in parte consapevole della situazione che avrebbe trovato, che cosa intende?
Diciamo che si era un po’ tutti consapevoli che la città versasse da tempo in uno stato di immobilismo. Vinte le elezioni, ad esempio, non c’è stato nemmeno il tempo di godersi il risultato perché abbiamo subito dovuto correre per cercare di riaprire a settembre le scuole secondarie, chiuse da ben quattro anni, implementando i lavori necessari per completare e renderle fruibili i locali. Ci siamo attivati subito anche per trovare, a mezzo di un bando pubblico, un gestore degli impianti sportivi, visto che di fatto esisteva solo sulla carta, e ciò ha consentito la riapertura anche del bar, chiuso da tempo. Abbiamo bandito la gara anche per la riapertura della “Pergoletta”, previa pulizia dei locali che versavano in condizioni pietose, certamente non appetibili a chiunque potesse esserne potenzialmente interessato, e dopo più gare andate deserte e anni di chiusura il locale possiamo annunciare la prossima riapertura, un evento che consentirà alla piazza di rivitalizzarsi. Abbiamo riattivato il trasporto per anziani e abbiamo attivato anche altri servizi a favore degli stessi, che partiranno a settembre. Stiamo sistemando i parchi del paese e altre aree pubbliche per renderle più accoglienti e fruibili; abbiamo in progetto asfaltature periodiche delle strade in modo da intervenire su tutto il territorio, interventi su edifici pubblici che in dieci anni non hanno goduto di alcun intervento nemmeno di ordinaria amministrazione; a fine mese bisognerà riaprire il cantiere nelle scuole medie per dar seguito alla realizzazione del cappotto esterno e per intervenire sulla copertura, una scuola aperta dopo quattro anni di chiusura su cui bisogna nuovamente intervenire riaprendo un cantiere, ciò dispiace ma l’aspetto positivo è che insistendo nelle richieste in Regione i soldi almeno sono arrivati; abbiamo aderito a numerosi bandi.
Insomma, le cose da fare erano e sono veramente molte, ma la macchina con l’aiuto di tutti ha iniziato a girare. Non posso non menzionare a questo proposito il prezioso e indispensabile aiuto che viene offerto dai volontari e dalle associazioni del territorio, che finora ci hanno sempre dato un preziosa mano di aiuto; grazie anche a loro sono certa che anche tutti gli altri obiettivi che ci siamo posti, verranno piano piano raggiunti.
Il punto di forza del Sindaco Miria Fattambrini?
Credo che per amministrare bene si debba essere innanzitutto dei grandi lavoratori, perché l’impegno richiesto è tanto, avere inoltre un’innata propensione al sacrificio, e soprattutto essere coscienti della realtà e delle difficoltà quotidiane, alla pari di tutti i cittadini. E a questo proposito ritengo che passione, sacrificio, resistenza e impegno siano delle qualità che di certo non mi manchino.
Che cosa vorrebbe per Sarcedo?
Vorrei che chiunque entrasse nella mia città si chiedesse, “dove siamo? Come si chiama questo bellissimo posto?”. Vorrei un paese attrattivo, e tutti ci impegneremo perché sia così. La strada da fare non manca, ma la volontà di fare bene c’è, perché Sarcedo merita il meglio, e io sono certa che la fatica del lavoro serio e l’onestà di intenti ripaghi sempre. Di questo ho certezza assoluta.
Quindi possiamo dire un bilancio positivo?
Certamente, per me è stata un’esperienza certamente impegnativa, un doveroso compito a cui ho dedicato molta energia, ma che ritengo mi abbia finora restituito molto dal punto di vista umano ed esperienziale.
F.C
