Al comune di Schio i conti tornano e i bilanci sono in ordine. Questo è emerso l’altra sera, in consiglio comunale, dalla relazione sul rendiconto della gestione 2012. A presentare all’assemblea i dati, che comprendono il conto del bilancio, il conto economico e il conto del patrimonio, l’assessore al bilancio e patrimonio Mario Benvenuti.

 

 

“La gestione finanziaria dell’esercizio 2012 si chiude con un importo complessivo di spesa di 39 milioni di euro, al netto delle spese per servizi in conto terzi. Le entrate di parte corrente ammontano a 36 milioni e 200 mila euro, incrementate rispetto le previsioni iniziali di oltre 1 milione e 400 mila euro. La spesa corrente, invece, diminuisce di circa 554 mila euro rispetto alla previsione, attestandosi ad euro 34 milioni 140 mila”. Le entrate tributarie si attestano sui livelli del 2011, ricoprendo circa il 68% del bilancio. La diminuzione delle spese correnti dell’1.8%, rispetto alla previsione iniziale, prosegue Benvenuti, è dovuta “ad un’attenta gestione dei costi, senza ricadute o conseguenze sulla qualità e quantità dei servizi”.

 

Una situazione economica regolare, dunque, quella del comune di Schio, anche di fronte al difficile periodo economico. Tutela del territorio e dell’ambiente, impegno nel campo del sociale e delle famiglie, azioni a favore della cultura e dell’istruzione. Questi gli interventi principali sostenuti dalle casse dell’amministrazione. E tutto restando nel rispetto dei vincoli del patto di stabilità preposto dal governo.

 

Nonostante i conti tornino, tuttavia, i mal di pancia all’interno delle opposizioni, restano. E si fanno ben sentire in una discussione animata, con botte e risposte, durata più di due ore. “Il risultato del 2012, come già avvenuto per il 2011, è in attivo grazie ai residui”, obietta il consigliere della Lega Gori. “Dalla relazione, così come proposta, mancano delle parti essenziali per la chiarezza del bilancio: la prima riguarda l’analisi dei residui, e la seconda il consolidato delle società partecipate, di cui non si trova traccia nella rendicontazione”.

 

All’amministrazione di centro-sinistra gli schieramenti dell’opposizione rinfacciano soprattutto la scelta di aumentare il patrimonio comunale, incorrendo nell’inevitabile carico dei costi di manutenzione e gestione sulle spalle della collettività. Punto dolente sembra essere, secondo Lega e PDL, la ristrutturazione dello stabilimento Shed del Lanificio Conte, reputato una scelta sbagliata e inopportuna, operata a discapito di altre priorità, come il decoro urbano, l’ordine e la pulizia del centro, le aree verdi, l’accattonaggio e la presenza dei nomadi nei giorni di mercato.

 

Dure anche le considerazioni del consigliere Santi, che lamenta, assieme al suo gruppo e a tutta l’opposizione, uno scarso interesse dell’amministrazione verso il mondo delle imprese. “Siamo sicuri di aver davvero fatto le scelte giuste? Vorrei chiedere agli imprenditori e ai commercianti di Schio se condividono la strada intrapresa da questa amministrazione. Non guardo ai numeri di bilancio, perché i numeri restano cifre e alla fine un bilancio un’amministrazione riesce sempre a tirarlo fuori. Ma chiedo un’analisi di coscienza sull’impegno mostrato nei confronti di una categoria che sta soffrendocosì tanto la crisi”.

 

Le risposte della maggioranza, come previsto, non si fanno attendere. L’assessore Benvenuti e il capogruppo Gasparini ribadiscono che le cifre non sono solamente cifre e che far tornare i conti, in un periodo di crisi così profonda, non è affatto facile. “I bilanci non possono essere redatti come si vuole. Qui bisogna dire che i bilanci del comune di Schio sono in ordine, e questo aspetto, oggi, non è affatto scontato. Il livello della spesa è stato mantenuto inalterato da oltre cinque anni, e senza toccare i servizi. In oltre non dimentichiamo che il comune nel 2012 ha pagato quasi 12 milioni di euro per opere pubbliche alle imprese”.

 

Una discussione accesa, protratta fino a tardi, e insinuata pienamente nel clima politico da campagna elettorale, in vista delle elezioni amministrative dell’anno prossimo. Alla fine il bilancio viene approvato con 16 voti favorevoli, 5 contrari e 4 astenuti. Poi il clima si distende e si respira quasi aria di “grandi intese” quando, dopo una pausa di riflessione, l’assemblea approva all’unanimità una mozione presentata da Lega Nord e Liga Veneta, che proponeva il limite dei 30 giorni nei pagamenti ai fornitori da parte del comune scledense. L’interruzione consente la revisione dell’emendamento presentato in risposta alla mozione, dalla maggioranza, e alla fine la “proposta rivista” viene votata da tutti i presenti: l’amministrazione si impegna, nei limiti del patto di stabilità, al rispetto dei tempi di pagamento stabiliti dalla direttiva europea, vigente già da qualche mese, che prevede il saldo dei conti entro trenta giorni.

 

Alessandro Mafrica

 

 

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