All’indomani del primo consiglio comunale di Schio, dove a causa della minaccia di contestazioni da parte degli antagonisti del neo consigliere Alex Cioni si è notato un grande spiegamento di forze militari e di polizia, è proprio Cioni a dirsi stupito di ‘tanta importanza’

“E’ singolare che coloro che si definiscono democratici e strenui difensori della Costituzione, siano i medesimi che regolarmente la violano ergendosi a inquisitori verso coloro che la pensano diversamente – ha commentato Cioni – E’ questo il rispetto che hanno verso i principi costituzionali? Nessuno a Schio può più negare che l’intolleranza politica, il razzismo culturale, finanche la violenza non solo verbale, ha piena cittadinanza nella sinistra scledense e in particolare in coloro che fanno riferimento al centro sociale Arcadia. E’ inammissibile, e su questo pretendo parole chiare anche da parte delle istituzioni cittadine, che un consiglio comunale abbia dovuto subire la stretta vigilanza delle forze di polizia a causa di quattro manigoldi fermi mentalmente alla guerra civile. Dove sta il diritto di contestare un consigliere comunale eletto democraticamente? Lezioni di moralità e di democrazia non le accetto da parte di soggetti che molto spesso si sono distinti in azioni politiche quasi sempre sopra le righe e spesso fuori dalle logiche democratiche. Quanto accaduto nel giorno del comizio elettorale di Matteo Salvini e in moltissime altre occasioni è agli atti della cronaca cittadina”.

Alex Cioni si riferisce al letame piazzato davanti alla sede della Lega durante la campagna elettorale appena finita.

Ieri, decine di poliziotti e carabinieri, supportati dagli agenti di Polizia Locale del Consorzio Altovicentino hanno vigilato davanti a Palazzo Garbin a scopo preventivo, temendo rappresaglie in occasione dell’insediamento del neo eletto Alex Cioni, ritenuto un esponente di estrema destra. Non è accaduto nulla, a parte la divulgazione di un volantino dell’Anp e la presenza di suoi antagonisti, che si sono limitati a a dare un’occhiata furtiva nell’aula della seduta.

A.B.

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