Sono sei, un intero nucleo familiare, i profughi Afghani, che verranno ospitati a Schio. Come Thiene e altre realtà vicentine, anche il comune più grande dell’Altovicentino farà la sua parte e mentre a Thiene tutto scorre liscio, a Schio c’è chi storce il naso dinanzi alle parole di presentazione del sindaco Valter Orsi, che ieri sera, ha convocato capigruppo di maggioranza e opposizione d’urgenza. Il primo cittadino ha voluto illustrare il piano che prevede l’alloggio nei centri d’accoglienza straordinaria gestiti dalla Prefettura. Ad insorgere per le parole di Orsi è stata la consigliera del gruppo Misto Marura Fontanache ha notato che il sindaco ha tenuto a precisare che le sei persone accolte a Schio sono ‘istruite’. ‘Lo ha ripetuto tre volte, come se ci fossero profughi di serie A e serie B. Una sottolineatura sgradevole, come se la vita di un disperato senza titoli di studio valesse meno’.
Stamattina, la consigliera Fontana ha dedicato un post ironico al sindaco Valter Orsi, ricordando quando nel 2016, partecipò ad una nutrita protesta contro l’accoglienza dei profugli all’Hotel Eden. Anche in quel caso, la Prefettura aveva allertato i comuni perchè c’era da mettere a disposizione tutti gli immobili disponibili e il sindaco di Schio, allora più vicino a certi gruppi estremisti di destra, era addirittura sceso in piazza per dire il suo secco no. ‘Adesso sono istruiti e sanno l’inglese – ha scritto ironicamente Maura Fontana – come se questo facesse la differenza umana’.
Cioni: ‘Doveroso accogliere’
“Non ho sollevato nessuna critica – spiega dal centro destra il capogruppo di SchioCittà Capoluogo in Consiglio comunale Alex Cioni -, ritenendo doveroso aprire le porte a delle persone che hanno lavorato con noi durante i lunghi anni della missione italiana ad Herat. Piuttosto – ci ha tenuto a precisa il consigliere – abbiamo ancora troppi falsi profughi africani che continuano a bivaccare in giro per Schio e altri temo ne arriveranno”.
Per il consigliere comunale ed esponente del direttivo provinciale di Fratelli d’Italia “è evidente che un conto è aprire le porte a chi ha lavorato con noi, altra cosa è prendersi in carico tutti coloro che vogliono abbandonare l’Afghanistan. Non è possibile. Il rischio di partire con un’emergenza umanitaria per finire con un’emergenza migratoria diventerebbe più che reale. L’Europa, e l’Italia dal canto suo, devono veicolare in tal senso messaggi chiari. Dopodiché, nemmeno i corridoi umanitari possono essere una soluzione praticabile. Piuttosto aiutiamo in quest’opera di accoglienza i Paesi limitrofi all’Afghanistan. A meno che non siano gli Stati Uniti a farsi carico pienamente di questa operazione in casa propria, visto che solitamente chi rompe un vaso poi paga e si dovrebbe portare a casa pure i cocci”.
di Redazione AltovicentinOnline