‘Non sono un dittatore ed ero stanca delle mancanze di rispetto del consigliere Luigi Santi’. Replica così Serenella Gramola, presidente della quarta commissione consiliare di Schio, che non intende incassare le accuse rivolte a lei da Santi, dopo l’interruzione dell’assemblea di ieri sera, in cui si discuteva della possibilità di convertire le multe di chi non può pagarle in lavori socialmente utili. Argomento che verrà affrontato in seduta di consiglio comunale.

‘Purtroppo non è la prima volta, in 4 anni e mezzo di lavori consiliari, che si assiste nel corso della commissione che presiedo, a comportamenti intemperanti e maleducati da parte del consigliere Santi, più volte formalmente invitato a moderare toni e parole – esordisce Serenella Gramola – . Questi eccessi sono stati non condivisi e spesso anche contenuti dai suoi stessi colleghi di schieramento, e di ciò sono testimoni tutti i componenti della commissione. Più volte ho ricordato al consigliere Santi che non è mia intenzione tollerare mancanze di rispetto nei confronti di chi sta parlando, né toni di voce alterati o urla, né offese e che se questo si fosse ripetuto, non avrei esitato a chiudere la seduta, perché il nostro ruolo di consiglieri comunali richiede rispetto innanzitutto degli altri e delle loro idee, seppur diverse dalle nostre’.
Serenella Gramola tiene a precisare che la sua decisione di interrompere la seduta non è legato ai contenuti, dei quali si stava dibattendo e spiega: ‘ Il motivo della chiusura della seduta di ieri sera non è stato assolutamente legato al tema e ai contenuti dell’argomento in ordine del giorno, sul quale si stava ancora discutendo in modo diversificato. ma ho inteso porre un punto fermo a comportamenti che considero lesivi del nostro ruolo e della dignità e responsabilità di chi sta affrontando concretamente un incarico di approfondimento affidato dal consiglio comunale, nel ruolo più ampio del mandato ricevuto dai nostri cittadini. Certe modalità impediscono un dibattito serio e costruttivo, che è il mio obiettivo primario nello svolgimento della commissione’.
E conclude; ‘Se il collega Santi ha bisogno di pubblicità e visibilità se la vada a cercare senza strepitare e urlare durante le sedute di una commissione che sta affrontando proprio un tema da lui sollecitato. E se non sa tenere i nervi saldi di fronte alle confutazioni e opinioni dei colleghi, forse è lui che deve cambiare mestiere. Ricordo a Santi che il presidente coordina i lavori della commissione, apre e chiude i lavori, e non serve un dittatore per questo. Di sicuro non temo i suoi attacchi, che sono sempre basati più sull’aggressività verbale che sul valore dei contenuti. Per quanto mi riguarda non entro nel merito della discussione sul punto, il quale verrà riportato al dibattito in consiglio comunale, dopo la conclusione dell’esame in commissione quarta. Sempre che il self control del collega Santi lo permetta’.
A.Bia.

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