Riceviamo e pubblichiamo dalla Lega di Schio
Sembra, e speriamo che non sia vero, che si voglia indire un referendum a Schio per conoscere l’opinione della gente circa l’opportunità o meno, di costruire un sottopasso o un cavalcavia al posto del passaggio a livello in viale dell’Industria.
Sembra, e speriamo che non sia vero, che tale ipotetica consultazione, sia propedeutica anche di un altro quesito legato all’opportunità o meno, dello spostamento della stazione dei treni dal centro città alla zona periferica ex Cementi.
Non si capisce come possano coesistere in un referendum tre quesiti (sottopasso, cavalcavia, spostamento della stazione): oltre ad essere assurdo risulterebbe anche, tecnicamente, improponibile.
Comunque, sempre nella speranza che tale iniziativa del referendum sia una bufala, come si fa a porre la questione sottopasso/cavalcavia senza aver prima discusso l’idea che aleggia ormai da anni relativa allo spostamento della stazione nella zona Cementi, idea che se venisse realizzata, renderebbe inutili, evidentemente, sia il sottopasso che il cavalcavia.
La Lega – Salvini di Schio al fine fugare ogni dubbio si schiera senza tentennamenti contro l’ipotesi dello spostamento della Stazione Ferroviaria dal centro di Schio perché una scelta del genere contribuirebbe a devitalizzare la città ancora di più. Avere in centro a Schio un approdo così importante è strategico, è irrinunciabile da un punto di vista ambientale (meno auto per coloro che si recano in centro a Schio per lavoro e quindi meno inquinamento) commerciale e sociale.
Come si può pensare di localizzare in periferia della città un punto di arrivo strategico per poi collegarlo, si immagina, al centro con mezzi pubblici?
Che senso ha spostare fuori e contemporaneamente allestire nuovi collegamenti per riportare in città quello che già ora è dentro la città?
Si pensi a Padova, Verona, Milano, Bologna, Venezia, Roma; hanno la fortuna di ospitare nel loro cuore le stazioni ferroviarie e questo rende competitivo, sano ed economico recarsi in quei luoghi, al centro di quei luoghi, con il treno, risparmiando denaro, tempo, riducendo l’inquinamento e rendendo più agibile, accogliente ed attrattiva la città stessa.
La questione dello spostamento, a nostro avviso, non deve essere nemmeno posta; semmai da porre è la risoluzione dell’imbuto al traffico che provoca il passaggio a livello posto all’entrata della zona industriale di Schio.
Una soluzione che deve arrivare da una tempestiva decisione politica che non necessita di nascondersi dietro un referendum consultivo.
La Regione mette a disposizione risorse importanti per costruire un sottopasso che permetta il transito dei veicoli sotto il tracciato ferroviario eliminando in tal modo le innumerevoli code che attualmente si generano quando le sbarre si abbassano.Mentre la sinistra cavalca e strumentalizza presunte titubanze dell’Amministrazione che, a suo dire, non sa prendere decisioni coraggiose, la Lega invece concretamente darà il suo appoggio, senza se e senza ma, ad una scelta forte e lungimirante appoggiata anche dalla Regione Veneto, che risolva, con la costruzione di un sottopasso, definitivamente e nel più breve tempo possibile il nodo del traffico in viale dell’Industria.
Lega Salvini Schio, La Segreteria
La replica di Orsi: Facciamo chiarezza”
Sul futuro del passaggio a livello di Viale dell’Industria, lungo la linea ferroviaria che collega Schio a Vicenza, l’Amministrazione Comunale intende mettere in evidenza alcuni punti fondamentali per fare chiarezza sulla questione.
“Sei anni fa, all’inizio del nostro primo mandato, la tratta ferroviaria Schio-Vicenza, era considerata un ramo secco a rischio di soppressione – ricorda il Sindaco Valter Orsi -. Oggi, invece, è diventata un’asse di collegamento strategico grazie a un costante lavoro dell’Amministrazione in sinergia con la Regione del Veneto, RFI e Trenitalia”.
Un lavoro condiviso che si è concretizzato anche in un’analisi puntuale della tratta in questione al fine di migliorarne la funzionalità, attraverso l’intervento sui tempi di percorrenza e sul numero di corse disponibili. A seguito di questa rivalutazione, inoltre, dal 2019 la tratta ferroviaria Schio-Vicenza è l’unica in Veneto che ha attivato in via sperimentale la riduzione del costo del biglietto al 50% negli orari non di punta.
“La collaborazione tra i Sindaci dei Comuni attraversati dalla linea con l’assessore regionale alle infrastrutture e ai trasporti Elisa De Berti e con RFI e Provincia di Vicenza ha portato a ottimi risultati” prosegue Orsi.
Per l’elettrificazione della linea (con conseguente eliminazione dei passaggio a livello su tutta la tratta) il Ministero dei Trasporti ha già stanziato 55 milioni di euro su un totale di 130 milioni necessari per completare l’intervento. Nei prossimi mesi prenderanno il via dei percorsi di collaborazione tra la Regione e i singoli Comuni interessati dalla linea ferroviaria per definire delle modalità di intervento specifiche a ogni municipalità.
“Per quanto riguarda il nostro Comune le soluzioni possibili sono tre – precisa il Sindaco -. Un sottopasso o un sovrappasso al posto del passaggio a livello oppure lo spostamento della stazione ferroviaria dal centro all’area dei “Cimenti”. Nelle prime due ipotesi la stazione rimarrebbe dove si trova attualmente”.
Tre soluzioni che, per il momento, sono solamente tre possibilità. “Le notizie, diffuse soprattutto sui social da qualche tuttologo, sono errate in quanto non è stata ancora presa alcuna decisione a riguardo. Mancano ancora tutti i dati tecnici necessari per poter capire quale soluzione sia più adatta. Senza contare che non abbiamo ancora a disposizione tutte le risorse economiche per avviare gli interventi previsti” aggiunge Orsi “ Mi meravigliano, poi, le polemiche sorte grazie anche a qualche leone da tastiera che vanno a sindacare sulla scelta di ascoltare il parere della cittadinanza attraverso una consultazione popolare su una questione così importante. La nostra volontà è sempre stata e continuerà ad essere quella di coinvolgere gli scledensi come abbiamo già fatto per gli interventi in Piazza Statuto e come faremo per quelli in Piazza Poleo.”
Una volta disponibili i dati necessari sulle tre soluzioni d’intervento possibili, la popolazione sarà informata adeguatamente e solo allora sarà chiamata a esprimersi a riguardo.
“L’approccio in cui crediamo è quello che punta a promuovere la partecipazione consapevole della cittadinanza alla cosa pubblica. E a quanto pare la nostra visione è molto differente da quella delle altre forze politiche coinvolte”.
Legambiente Schio Valleogra: “Sì referendum, no stazione ai cementi”
Nulla in contrario su un’eventuale chiamata dei cittadini ad esprimere un loro parere su questo tema, pur con tutti i pericoli che una scelta prettamente tecnica venga presa a maggioranza, ma nutriamo sorpresa e allarme al pensiero che si possa ipotizzare uno spostamento della stazione dei treni di Schio in zona ex cementificio per risolvere il problema del passaggio a livello in viale dell’Industria.
La nuova stazione si troverebbe in zona meno baricentrica, le distanze pedonali triplicano, nel caso attuale nel raggio di 800metri ricade buona parte del tessuto residenziale scledense, nella posizione di progetto la popolazione servita risulterebbe molto limitata. Le stazioni corrono da sempre rischi di dequalificazione sociale e ambientale, in quanto costituiscono storicamente un polo di attrazione e un punto di concentrazione sul territorio di molte forme di disagio. Questo rischio è ancor più pressante laddove le stazioni, per l’evoluzione tecnologica, non hanno più richiesto la presenza fisica del personale ferroviario, perché gestite centralmente tramite sale operative distanti anche centinaia di chilometri; pensiamo a cosa può succedere con un allontanamento della nostra stazione in un luogo più periferico rispetto all’attuale? Perché continuare a considerare le stazioni solo come meri luoghi di transito, di arrivo e partenza dei viaggiatori e non pensarle invece come luoghi d’incontro, di scambio e di relazione per tutti i cittadini; dando loro anche un valore culturale e commerciale? Una strada in tal senso è quella di prendere contatti con la proprietà per proporre progetti per rivitalizzare gli spazi a disposizione e renderli così più sicuri e vivibili (esperienze presenti già in oltre 400 stazioni nazionali). Si è pensato che lo spostamento della Stazione dal luogo attuale comporterebbe un’ulteriore disincentivazione a passare per il centro città, situazione che andrebbe a configgere con le iniziative per sostenere le attività economiche e commerciali che in esso operano e che verrebbero ulteriormente penalizzate, a tutto beneficio delle grandi concentrazioni commerciali presenti in periferia?”