Tutti i presenti in piedi nella piccola sala consiliare gremita di giornalisti, sostenitori e semplici curiosi hanno accompagnato solennemente, cantando sottovoce l’inno di Mameli, il giuramento del nuovo sindaco di Schio Valter Orsi che, nel suo primo consiglio comunale, abbracciata la fascia tricolore, con un’espressione che non lasciava trapelare emozioni ma solo un leggero sorriso di soddisfazione, ha visto suggellato un momento che per Schio ha quasi il sapore dell’evento storico.

 

 

Il primo consiglio comunale, si sa, non lascia in genere spazio a particolari discussioni, in quanto conferma l’elezione dei Consiglieri e degli Assessori, le nomine della Commissione elettorale comunale e i dei suoi componenti, l’elezione infine del Presidente e del Vice presidente del consiglio comunale, che ha un ruolo che possiamo definire di rappresentanza e di coordinamento dei lavori del Consiglio stesso.

 

Forse è stata tutta quella folla presente che cantava l’inno di Mameli, forse il principio di un piccolo riavvicinamento agli ‘ex’ amici della Lega Nord, fatto sta che dopo la scontata elezione a Presidente del consiglio comunale di un uomo della maggioranza di Orsi, Sergio Secondin, per quanto riguarda la nomina del Vice presidente, invece, Orsi ed i suoi non hanno ascoltato gli appelli del gruppo di minoranza di Tomasi, e a nulla è valso l’intervento del giovane consigliere Giovanni Battistella che ha detto a nome di tutti i consiglieri del Partito democratico di sentirsi “i rappresentati della maggioranza di Schio”. Orsi non ha dunque ritenuto opportuno seguire quella che è una prassi di buon vicinato politico per una convivenza in Consiglio senza intoppi: lasciare la carica di Vice ai consiglieri di minoranza che più rappresentano la popolazione, e in questo caso proprio i consiglieri di Tomasi, e la carica è stata assegnata invece al leghista Alessandro Gori, il più votato con 13 preferenze (contro le 6 preferenze di Mario Benvenuti). I tomasiani hanno incassato il colpo col solito garbo, ribadendo di essere comunque il primo partito della città e che se è vero che Orsi si è proclamato il sindaco di tutti, era quello il momento di iniziare a dimostrarlo.

 

Anche la tanto attesa manifestazione di protesta organizzata dai militanti di Rifondazione comunista e Giovani comunisti contro il recente sgombero dei nomadi dalla zona industriale voluto da Orsi si è dimostrata un evento circoscritto di piccole dimensioni. Un consistente numero di forze dell’ordine per poche unità di persone che non sono nemmeno riuscite a farsi notare dal nuovo Sindaco mentre usciva dalla sala consiliare di Piazza statuto, e quando un flebile “razzista” e un anacronistico “fascista” si è alzato alla fine dai pochi partecipanti, Orsi era già lontano ad inaugurare la Fontana della vita in Piazza Falcone e Borsellino.

 

La stretta di mano tra Valter Orsi e Luigi Dalla Via durante l’inaugurazione della Fontana della Vita, dopo che lo stesso Dalla Via si era autodefinito “cittadino tra i cittadini”, ha definitivamente concluso pubblicamente il passaggio delle consegne tra vecchia e nuova amministrazione.

Marta Boriero

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