L’uscita da Anci (l’Associazione Nazionale dei Comuni Italiani) di Schio fa insorgere il Pd locale che, a pochi giorni dal nuovo accordo di governo che vede i Dem ancora alla guida dello Stato, ritiene la mossa del sindaco Valter Orsi e della sua giunta, deliberata lo scorso 26 agosto, “una scelta sbagliata, fatta per riavvicinarsi alla Lega, ma destinata ad isolare la città”.

Era stato Massimo Bitonci, ex sindaco di Padova, a lanciare la proposta che i comuni abbandonassero l’associazione, colpevole a suo dire di non contrastare con la dovuta fermezza “i tagli imposti ai Comuni dallo stato centrale”.

Tagli, che secondo il sindaco di Schio non giustificano più l’investimento di 6.927,27 euro. Non sono dello stesso avviso i membri del Pd scledense: “Si tratta dello 0,02% del bilancio del Comune – ha spiegato il capogruppo Leonardo Dalla Vecchia – La conseguenza dell’uscita da Anci, associazione che conta circa 7.300 Comuni a livello nazionale che rappresentano il 90% della popolazione residente, comporterà di sicuro isolamento”.

Un isolamento che le opposizioni contestano da tempo al sindaco Valter Orsi su vari ambiti, incluse le programmazioni turistiche e le reti destinate ai giovani.

“L’isolamento non è mai la risposta adeguata, perché indebolisce ulteriormente il nostro territorio privandolo anche delle possibilità di confronto con altri Comuni – ha commentato Dalla Vecchia – Il nostro Sindaco forse cerca di riavvicinarsi alla Lega, o forse non ha ancora capito che la Lega, al di là dei proclami, da sempre cerca di dividere gli enti locali per rafforzare gli enti centrali. Quale che sia la motivazione, il risultato è solo quello di penalizzarci. Non possiamo pensare di bastare a noi stessi, sempre più nel futuro ci verrà chiesto di fare rete e non di uscire da quelle che già ci sono”.

A.B.

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