I taser, che a breve a Thiene  verranno dati in dotazione alla Polizia Locale, sembrano non essere visti di buon occhio dal partito di Rifondazione Comunista di Vicenza: ” la decisione del sindaco di Thiene di armare la polizia locale con taser è una scelta improvvida, pericolosa e gravemente sbagliata. E’ una logica da sceriffo che vuole trasformare cittadini fragili in vittime silenziose della repressione istituzionale”. Ma, su questo strumento, c’è invece chi si dichiara favorevole, come il consigliere regionale di FdI Joe Formaggio: “il taser va tenuto, non tolto. Basta polemiche ideologiche”.

Contro. Dalla sede vicentina di Rifondazione Comunista i toni sono molto duri:  “il taser viene presentato come ‘arma non letale’, ma sappiamo bene che può essere mortale: sono documentati numerosi decessi, soprattutto in persone con patologie cardiache, portatori di pacemaker o in condizioni di alterazione. Non è uno strumento neutrale, è un’arma che uccide. Ogni sua estrazione rappresenta un rischio concreto di trasformare un fermo in una tragedia. L’uso sregolato del taser allarga la soglia di impunità, rendendolo una scorciatoia rapida per immobilizzare anche chi non è pericoloso. In un contesto come quello italiano, dove troppi abusi, soprattutto verso vite ai margini, restano senza responsabilità, introdurre un’arma del genere significa spalancare le porte a nuove violazioni dei diritti umani. I sindaci che disattendono le vere politiche di coesione sociale  (inclusione, supporto al disagio psicologico, lotta alla marginalità) preferiscono mascherarsi da sceriffi e derubricare questioni sociali complesse a problemi di ordine pubblico. È una deriva repressiva e regressiva purtroppo follemente accelerata dal DL sicurezza del governo Meloni, da poco approvato-aggiungono ancora dalla segreteria provinciale- Rifondazione Comunista Federazione di Vicenza si oppone con decisione a questa deriva. La vera sicurezza si costruisce con giustizia sociale, servizi, trasparenza e diritti per tutti, non con armi elettriche. E per garantire quella trasparenza indispensabile serve un passo concreto: l’introduzione obbligatoria dei codici identificativi sugli agenti, visibili sui loro caschi, uniformi e scudi. Il taser non è sicurezza, è intimidazione istituzionale. I cittadini hanno diritti. Li difendiamo, sempre”.

Pro. A difendere l’utilizzo del dispositivo è invece il consigliere regionale di FdI Joe Formaggio: “i recenti casi di cronaca che hanno visto tre persone perdere la vita dopo l’utilizzo del taser a Olbia, Genova e Pescara sono tragedie che meritano chiarezza e trasparenza. Alle famiglie va il mio cordoglio. Ma non possiamo trasformare questi episodi in un attacco allo strumento: il taser resta fondamentale per chi indossa una divisa-aggiunge- il taser non è un’arma di offesa, ma una difesa che in molti casi evita l’uso della pistola. Togliere il taser significherebbe lasciare gli agenti più esposti e con meno possibilità di proteggersi.  Semmai serve più formazione, protocolli chiari e dotazioni adeguate, come i defibrillatori nelle pattuglie. Ma basta polemiche ideologiche sulla pelle delle forze dell’ordine”.

di Redazione AltovicentinOnline

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