È stato ufficialmente depositato il progetto di fusione tra Alto Vicentino Ambiente (AVA) e Soraris, che segna una svolta strategica per il futuro della gestione dei rifiuti nel Vicentino. Con questo passaggio, si definisce il rapporto di concambio tra le due società: agli ex soci di Soraris andrà l’8% delle azioni della nuova realtà, interamente pubblica e gestita in house.
L’aggregazione rappresenta un’opportunità concreta per rendere più efficiente il servizio, rafforzare la governance pubblica e valorizzare i principi dell’economia circolare. Il progetto punta alla creazione di un gestore unico al servizio di circa 310.000 cittadini e di 50 Comuni, rafforzando la visione di una gestione industriale dei rifiuti, ma con l’ambiente e i cittadini al centro.
La nuova governance garantirà rappresentanza equilibrata tra i territori e un’effettiva partecipazione democratica. Le decisioni strategiche della società richiederanno non solo la maggioranza delle quote, ma anche quella della popolazione servita. Saranno costituiti due comitati: uno per i Comuni grandi, che rappresentano il 60% della popolazione e designeranno tre membri del Consiglio di Amministrazione; e uno per i Comuni piccoli, che nomineranno gli altri due. Lo stesso criterio sarà adottato anche per la composizione del collegio sindacale.
«Ieri è stato ufficialmente depositato il progetto di fusione: è la prima tappa concreta che porterà al coinvolgimento diretto dei 50 consigli comunali soci – spiega Giovanni Cattelan, presidente di AVA –. Spetterà a loro valutare la correttezza e il valore strategico di questa operazione. Dopo questo passaggio, le assemblee straordinarie delibereranno in base al mandato ricevuto e i presidenti potranno procedere con la stipula dell’atto di fusione. Si tratta dell’esito di un percorso avviato due anni fa, tutt’altro che scontato, in un territorio storicamente molto frammentato nella gestione dei rifiuti. Oggi finalmente emerge con forza la volontà di andare verso una gestione pubblica in house, capace di sottrarre il servizio alle logiche del mero profitto”.
I numeri parlano chiaro: se la media nazionale della TARI per abitante è attorno ai 200 euro, in Veneto scende a 160, ma nel territorio servito dalle due società, la tariffa scende sotto i 100 euro medi. È una differenza sostanziale, resa possibile proprio dalla gestione pubblica diretta, che garantisce qualità e risparmio per i cittadini.
«Questa è un’operazione strategica per il nostro territorio – sottolinea Samuele Zanardello, presidente di Soraris –. Credo sia arrivato il momento di dare finalmente una struttura industriale anche alla gestione dei rifiuti nel Vicentino. Attualmente esistono molte piccole aziende pubbliche, ma solo unendo le forze si può puntare davvero a un gestore unico nel Bacino Vicenza. Oggi siamo il gestore prevalente e ci impegniamo con determinazione, sia sul piano tecnico che politico, per consolidare un modello pubblico. L’Europa e ARERA ci chiedono politiche ambientali sempre più rigorose: solo con aggregazioni come questa potremo rispondere in modo efficace, mantenendo salda la centralità dell’interesse collettivo. Siamo pronti a dialogare con Valore Ambiente, Agno Chiampo Ambiente e Utilya per arrivare a creare un gestore unico nel più breve tempo possibile.»
La fusione non riguarda solo l’aspetto industriale, ma rappresenta anche una leva per valorizzare il capitale umano e rafforzare l’organizzazione interna. Cattelan e Zanardello condividono la visione:
«Con questa fusione nasce una realtà solida, con oltre 50 milioni di fatturato e 300 collaboratori. Una dimensione che consente non solo di garantire stabilità operativa, ma anche di attrarre competenze elevate, essenziali per rispondere alle crescenti esigenze di regolazione e monitoraggio del servizio. La gestione moderna dei rifiuti richiede investimenti significativi in ambito informatico e organizzativo, e solo strutture di questa scala possono affrontarli senza gravare sui cittadini. Dopo anni di immobilismo, questo primo passo di aggregazione vuole essere l’inizio di un percorso più ampio. Le piccole aziende, da sole, non possono sostenere queste sfide. L’unione porta benefici non solo industriali, ma anche sul piano umano e organizzativo, valorizzando i gruppi di lavoro e migliorando le condizioni per attrarre e trattenere personale qualificato. Una gestione industriale, sì, ma con l’ambiente e il cittadino sempre al centro.»
Grande equilibrio nella governance che da una rappresentatività ai comuni ponderata fra quote ed abitanti. Le decisioni in seno alla futura società richiederanno infatti non solo la maggioranza delle quote ma anche quella degli abitanti serviti in modo da rendere determinanti tutti i comuni come prevede la gestione in house dei servizi.
Il primo Consiglio di Amministrazione dopo la fusione sarà composto da cinque membri, di cui due espressi dai Comuni soci di Soraris e tre – compreso il Presidente – designati dai soci dell’ex AVA.
Per garantire attenzione alle specificità territoriali, è stato concordato il diritto di codecisione da parte dei comitati dei soci originari su alcune scelte strategiche. In particolare, gli ex soci AVA manterranno voce in capitolo sull’eventuale potenziamento del termovalorizzatore, mentre gli ex soci Soraris avranno facoltà di esprimersi sul modello di raccolta dei rifiuti.
