Il digestore al Santo non si deve fare. Perchè il tipo d’impianto previsto con un progetto avviato nel 2009 da Astico Impianti porterebbe ad un consumo di energia che sarebbe maggiore rispetto a quanta se ne produrrebbe smaltendo gli escrementi animali.

Perchè la provincia di Vicenza è già una zona a rischio sotto il profilo ambientale e la stessa Ulss 4 ha espresso qualche perplessità circa le sostanze gassose che andrebbero disperse nell’aria, a due passi dalle abitazioni. Perchè secondo Coldiretti, con impianti del genere e terreni da espropriare, si metterebbe in ginocchio l’agricoltura già sofferente in tempi di crisi. Il digestore del Santo  ‘nun sa da fà’ soprattutto, perchè il Comune di Thiene, per bocca dell’assessore all’Ambiente Andrea Zorzan, ed il comune di Villaverla, con il sindaco Ruggero Gonzo in persona, hanno detto che non lo vogliono. Che alle amministrazioni comunali di Thiene e Villaverla non interessa questo tipo d’impianto, progettato oltre tre anni fa e passato in sordina tutto questo tempo con il benestare di sindaci che hanno invece detto si, ignorando una volontà popolare, che è uscita alla scoperto per caso, appena qualche settimana fa.E se non ci fossero state le amministrative 2012, gli impianti Biomasse sarebbero già in fase di realizzazione.
Ieri sera, il comitato no biogas aveva organizzato un incontro informativo per spiegare al nutrito pubblico, che, con oltre 500 presenze, ha dimostrato quanto stesse a cuore il tema del digestore, perchè il netto dissenso agli impianti del Santo. ‘Esistono digestori fatti bene in altre parti d’Italia – ha spiegato Piero Petroni, dell’Unione comitati biomasse di Bologna e Ferrara – come quello della ditta Pizzoli che produce patate. Impianti, dove le bucce dei tuberi vengono smaltite in maniera intelligente dentro l’impresa stessa, producendo il 30% del fabbisogno occorrente, ma ce ne sono altri – ha continuato l’ingegnere – che non hanno un ritorno energetico,  soprattutto  non possono rientrare nei canoni previsti dalle legge sugli incentivi. Contributi già a rischio a causa della crisi. In cosa consisterebbe allora il ritorno economico che dovrebbe giustificare la costruzione di certi impianti?Ne vale la pena?’
biogas_genteHa affrontato invece, la questione inquinamento, già drammatica in tutta la provincia di Vicenza e messa nero su bianco con diverse denunce, Vincenzo Cordiano, dirigente Ulss 5 e referente dei Medici per l’Ambiente. ‘Come si può pensare di realizzare degli impianti del genere in una zona già a grave rischio ambientale? – ha detto il professionista, che ha illustrato dati spaventosi, circa le conseguenze delle sostanze nocive già presenti nell’aria – non si possono correre altri rischi. Non può essere messa a repentaglio la salute dei cittadini del quartiere del Santo. Dobbiamo convivere con già tanto inquinamento atmosferico, non ci si può permettere altro’.
Quindi, la parola è passata a Diego Meggiolaro, presidente della Coldiretti che non ha avuto peli sulla lingua nel difendere la categoria da lui rappresentata. ‘Se non ci fossero stati gli incentivi di mezzo la questione non si sarebbe presentata – ha dichiarato al microfono – con opere del genere si vuole la morte dell’agricoltura, già in crisi. Le nuove generazioni si sono allontanate dai campi e impianti come il digestore  progettato qui spegne ogni tentavivo da parte nostra di incrementare l’avvicinamento dei giovani ad una forma di economia importante. Gli allevamenti sono a rischio, dobbiamo salvarli, non dare loro il colpo di grazia’.
N.B. (foto Luca Leonardi)

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