Dopo un ampio e articolato dibattito che ha coinvolto gli esponenti dei diversi gruppi consiliari, l’Assemblea legislativa regionale veneta ha respinto con 34 voti contrari e 9 favorevoli la mozione  illustrata dal primo firmatario, la capogruppo del Partito Democratico Vanessa Camani, e rubricata “Trascrizioni nei registri comunali dell’anagrafe dei figli di coppie omosessuali: la Regione sostenga i sindaci veneti nell’affermare i diritti dei bambini” che era volta a impegnare la Giunta regionale a sostenere i primi cittadini che intendono trascrivere sul certificato di nascita lo status genitoriale anche di coppie omosessuali e a chiedere al Parlamento di intervenire, nell’interesse del minore, affinché – valorizzando il progetto genitoriale e il legame di cura già esistenti tra il minore e i genitori “intenzionali” – fosse riconosciuta per legge la genitorialità anche per i nuclei omoparentali.

La Mozione era stata presentata all’indomani della circolare del 19 gennaio con la quale il Ministro dell’Interno Matteo Piantedosi aveva sollecitato i prefetti a comunicare ai sindaci di interrompere la registrazione dei genitori non biologici nei certificati di nascita di bambini nati all’estero attraverso gestazione per altri (o procreazione assistita), precisando che “non è consentita in Italia la registrazione nell’atto di nascita dei bambini nati da coppie dello stesso sesso”; in particolare, nella circolare, si sostiene che “alla luce del divieto per le coppie dello stesso sesso di accedere a tecniche di procreazione medicalmente assistita, solo il genitore che abbia un legame biologico con il nato può essere menzionabile nell’atto che viene formato in Italia”. È stata respinta con 35 voti contrari e 9 favorevoli la Risoluzione rubricata “Sostegno alle famiglie omogenitoriali, la politica intervenga”, presentata in Aula dalla capogruppo de Il Veneto che Vogliamo Elena Ostanel.

“Trovo immorale che due uomini, omosessuali, vadano all’estero e paghino una donna, magari minorenne, magari in condizioni di povertà, per portare avanti una gravidanza, per fare un figlio e portarlo qui, giustificandone l’adozione. Trovo aberrante e personalmente mi fanno schifo questo tipo di azioni, perché questo è egoismo e non amore o genitorialità”.

Così Giuseppe Pan dell’Intergruppo Lega – Liga Veneta, a margine del suo intervento in aula. “Pagare una povera donna, in certe parti del mondo, – commenta il consigliere – dove costa anche poco, per portare avanti una gravidanza e partorire un figlio, è aberrante. E’ sfruttamento. Dove sono i diritti del minore? Dei bambini? Dov’è la tutela per queste donne? In Italia c’è uno stato di diritto che ha detto No a questo tipo di azioni e noi lo ripetiamo a gran voce: assolutamente no. C’è una sentenza della Cassazione, quella del 30 dicembre 2022 che si è espressa in tal senso, e anche la Commissione Politiche europee del Senato ha bocciato la proposta di regolamento europeo per il riconoscimento dei diritti dei figli anche di coppie omosessuali e l’adozione di un certificato europeo di filiazione. L’unico diritto di cui vogliamo sentire parlare è quello di tutelare i bambini”, conclude Pan.

“Smentendo lo stesso presidente Zaia, che aveva indicato come prioritario il riconoscimento alle anagrafi dei Comuni, Lega, FdI e FI si mettono di traverso alla risoluzione che avevo presentato per dare un segnale netto. Ovvero quello di impegnare la Regione a sostenere i sindaci veneti che intendono trascrivere sul certificato di nascita lo status genitoriale anche di coppie omosessuali e a chiedere al Parlamento di intervenire, nell’interesse superiore del minore. Un no ideologico quello espresso dalla maggioranza, che calpesta ogni difesa dei diritti dei bambini”. Il commento,  è della capogruppo del Partito Democratico, Vanessa Camani che aggiunge: “Dalle parti della destra prevale ancora su tutto una visione retrograda di contrasto alla omosessualità e del destino dei bambini poco importa: conta solo il facile tornaconto populista, anche in barba a quanto lo stesso Zaia aveva sollecitato”.

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