Per quel che riguarda la campagna vaccinale e il ruolo dell’Unione europea “è evidente che la gestione non è ottimale ma” dire “questo non vuol dire essere antieruopei”. Luca Zaia, presidente della Regione Veneto, lo dice a ‘In mezz’ora in più’ su Rai 3.
“L’Europa sui vaccini ha mostrato tutte le sue debolezze”, dice Zaia, ad esempio “essere contattati da intermediari” che offrono partite di vaccini “vuol dire che l’Europa non ha occupato tutto lo spazio che poteva occupare”. L’opinione, dice il presidente della Regione Veneto, potrebbe cambiare se Bruxelles “mostrasse i contratti di fornitura, ma ad oggi questo non è accaduto”.
Non si placano, intanto, le polemiche sulle dosi di vaccini promesse dal Governatore ai veneti e bloccate dall’inchiesta dei Nas sul mercato illecito di vaccini. Una vicenda tutta da chiarire e che ha fatto finire Zaia su tutti i quotidiani nazionali per quella capacità di procacciare dosi per i suoi cittadini, alla luce della carenza che si sta registrando e che sta facendo andare a rilento la campagna di copertura. 27milioni di dosi che il governatore sentiva già a casa, grazie a trattative con intermediari, di cui non ha mai fatto i nomi. Ne abbiamo parlato per tre settimane, ma con l’arrivo delle inchieste giudiziarie, si scopre che quelle offerte di vaccini erano state fatte a molte altre regioni italiane, che avevano preferito ignorarle. In Umbria si è arrivati a denunciare dando il via ad un’inchiesta che potrebbe promettere risvolti particolari. Che vaccini erano quelli che Zaia era pronto ad acquistare pur di proteggere ‘il popolo veneto’? Si tratta di millantatori, di truffatori? E’ il primo Luca Zaia che vuole vederci chiaro perchè vuole saper con chi in queste settimane il suo manager della sanità veneta Luciano Flor ha avuto contatti. ‘Io ho fatto l’interesse dei cittadini, i vaccini sono inferiori rispetto alla nostra capacità di vaccinare, facendo tutto alla luce della legalità, avevo il dovere di acquistare quei vaccini’.
Ma dall’opposizione fioccano le reazioni alla vicenda sulla trattativa dei vaccini e all’inchiesta sul mercato parallelo.
“Nel cercare di percorrere a ogni costo autostrade con corsie privilegiate, il Veneto rischia di schiantarsi”. Il Portavoce delle opposizioni in Consiglio regionale, Arturo Lorenzoni, commenta così “La possibilità di negoziare, e poi acquistare, i vaccini al di fuori del percorso istituzionale individuato dall’UE. La questione è troppo delicata per affrontarla tramite annunci roboanti, a reti unificate. Prova ne sia la recente apertura di un’inchiesta ad hoc da parte della Procura di Perugia. Serve, invece, un approccio serio e rigoroso”. “In Veneto – ricorda Lorenzoni – si è partiti con la dichiarazione della sperimentazione dell’Avigan, farmaco presentato come miracoloso, poi smentito dalla scienza internazionale. Lo step successivo è stato magnificare i test rapidi nella microbiologia trevigiana, notoriamente più qualificata di quella della scuola di medicina padovana, successivamente ridimensionati da numerosi studi indipendenti internazionali. Ci si è addirittura permessi di lasciare in panchina un fuoriclasse del calibro del professor Andrea Crisanti: come avere Ronaldo in squadra e far giocare un compaesano dell’allenatore. Nel mezzo, il “luxury hospital” ricevuto in dono dall’emiro del Qatar nell’aprile 2020. Dapprima struttura di eccellenza per la lotta al virus, divenuto, sono le parole del presidente Zaia del 30 luglio scorso, ‘un tendone che non ci serve a nulla’, senza esser mai stato usato. La Regione si è trovata senza pavimenti, letti e ventilatori di terapia intensiva, che attendeva dai donatori; fu smentita dallo stesso Governo qatariota nella querelle sulla responsabilità del completamento dell’ospedale”. “Altro grande cavallo di battaglia – prosegue il Portavoce delle opposizioni – la rassicurante messa a punto della mitizzata App Zero Covid che, secondo le intenzioni, doveva essere un baluardo veneto nella gestione dell’epidemia. In realtà, è finita nell’oblio, mai pervenuta. Infine, il tentativo di acquisto in solitaria di 27 milioni di dosi di vaccino mediante canali che sfuggono all’accordo dell’Unione Europea e del Governo con i produttori. Tali canali, appunto, non sono ancora stati rivelati. Ma criticati, quello sì, da più parti poiché apparentemente impraticabili”. “Quanto sono costate queste iniziative solitarie, regolarmente naufragate? Auspichiamo – conclude Lorenzoni – che lo stile sobrio e concreto del presidente Mario Draghi aiuti tutti a comprendere che i problemi si affrontano con rigore. Parafrasando il premier, si parla solo per comunicare ciò che è stato fatto”.
Chiara Luisetto(Pd): ‘Zaia prima lancia il sasso, poi fa retromarcia’
Succede che in Veneto si dichiari a più riprese di volere far da sé per i vaccini (facendo credere che l’autonomia passi anche da qui), sbandierando velocità e furbizia a difesa della salute dei veneti. Partiamo dal fatto che vaccinare in sicurezza e tempestività è essenziale e che, prima arrivano le dosi necessarie a coprire la popolazione fragile, gli operatori esposti, gli insegnanti e poi via via tutti, prima potremo riassaporare un po’ di normalità. Quindi la prima cosa che di pancia viene da pensare è che sia comunque una buona idea fare il possibile per garantire continuità e quantità in tempi rapidi. Viene da chiedersi però come sia possibile, se tutti sono a corto, che il problema per noi non sussista..Qualche giorno fa il Governatore ha fatto venire i dubbi a più di qualcuno. Così si sono mosse procure e tv per andare a vedere se fosse un bluff o se si sia caduti in un truffa (come sembra sia successo in Umbria). In questi giorni, Luca Zaia ha cominciato a fare un po’ marcia indietro come suo solito: rivede la posizione, ammorbidisce, tiene il punto ma spegne il fuoco sacro dell’autonomismo. Dice che non è lui a fare le trattative, dice che non sa chi siano i mediatori che procurano i tanto agognati vaccini. Ma se sono vaccini provenienti dalle case farmaceutiche che hanno difficoltà a star dietro alle richieste, a chi sono stati sottratti?Se sono partite “parallele”, è il caso di alimentare l’eventuale doppio gioco di queste? Non é meglio denunciare? Se il Veneto comincia una autonoma fornitura, come proseguiamo nel rapporto con lo Stato e le altre Regioni? Si divideranno altri la quota del Veneto? Politicamente è un’azione che ci isola da tutti, in una guerra di nervi e orgoglio fra poveri. Perché dovrebbero fidarsi di noi gli altri se giochiamo a chi fa prima e da sé? Serve trasparenza su tutta l’informazione dietro a questa storia. Per il Veneto che è regione italiana in Europa. Venerdì scorso era Andrea Pennacchi con il suo “Pojana” a Propaganda live a fare la caricatura dei veneti che si arrangiano a comprarsi i vaccini e si mostrano fintamente generosi. Non vorrei che Zaia l’avesse preso come esempio da imitare.
Sbrollini (Italia Viva): ‘Sulla salute dei cittadini non si può improvvisare’
“Il Presidente Draghi sta riprendendo in mano il piano vaccinale nazionale. E’ una sua priorità. Siamo consapevoli che i cittadini hanno bisogno di tornare velocemente ad una vita sociale e lavorativa normale. Comprendiamo anche i Governatori che si preoccupano di trovare più vaccini possibili per una vaccinazione diffusa e veloce. Dobbiamo però anche essere rassicurati che tutti i protocolli siano seguiti come suggerito dai vertici europei e nazionali. Dobbiamo essere certi che i vaccini utilizzati siano affidabili”. Così Daniela Sbrollini, responsabile Nazionale del Cantiere Cultura e Sport commenta le indagini delle Procure sui mercati paralleli dei vaccini.
“Ho presentato a tale proposito un’interrogazione al Ministro della Salute. Abbiamo bisogno di accelerare sulle vaccinazioni. ma contemporaneamente abbiamo bisogno di certezze complete sulla qualità dei medicinali e sulla loro conservazione. Sulla salute dei cittadini non possiamo improvvisare”.
Zaia: “Non abbiamo avviato nessuna trattativa su vaccini”
In Veneto non abbiamo avviato nessuna trattativa per l’acquisto dei vaccini. La Regione ha scritto il 3 febbraio scorso ad Aifa chiedendo l’autorizzazione a poter importare eventuali vaccini dall’estero. E non abbiamo fatto nulla in attesa di questa autorizzazione. L’Aifa poi ci ha dirottato sul commissario Arcuri che a sua volta ha chiesto una verifica sui lotti di vaccini. Abbiamo sempre detto che vi voleva un ente terzo per validare i vaccini che ci erano stati proposti è una verifica che non compete a noi, e così abbiamo fatto”. Lo ha tenuto a ribadire il presidente della Regione Luca Zaia nel corso del punto stampa quotidiano sull’emergenza.