Anestesisti in ambulanza a fronteggiare il primo soccorso e che quindi vogliono andare via, medici costretti a turni estenuanti che per missione, fanno i salti mortali, ma non possono dilaniarsi. Fiori all’occhiello della sanità, che lasciano un ospedale ed un territorio che amano perchè togliendo i primariati vengono mortificati nel loro curriculum di primo piano. Noi le cose le sappiamo sull’ospedale, sappiamo che sono al collasso e lo sanno anche i cittadini, che sono i primi fruitori dei servizi che non sono più quelli di prima’.

Non ci sta Ruggero Gonzo, sindaco di Villaverla ad incassare le accuse rivolte ai sindaci della conferenza ex Ulss 4 dal Commissario Bortolo Simoni, che lunedì mattina, aveva accusato i primi cittadini di immischiarsi nell’organizzazione della sanità. A suo dire, spetterebbe ai tecnici, pagati per questo e titolati  decidere su questo o quel reparto. ‘Noi abbiamo il compito di vigilare sulla sanità, rientra nel nostro ruolo e non possiamo starcene da parte mentre i nostri cittadini subiscono indifesi la rivoluzione di un ospedale sempre meno efficiente – ha continuato Gonzo – Siamo i primi che vengono contattati dall’utenza quando le cose non vanno bene e sappiamo molto più di quanto Simoni creda. La vicenda che riguarda Urologia è di dominio pubblico perchè il professor Ramathi sarebbe rimasto all’ospedale se fosse stato mantenuto il primariato. Lui ama l’Altovicentino, ha sempre ricevuto proposte professionali di un certo livello ed ha sempre rifiutato pur di rimanere in servizio da noi, per mantenere alto il nome dell’Urologia. E’ stato messo nelle condizioni di andarsene perchè togliendo il primariato era inevitabile’.

Il caso Ramathi è stato menzionato ieri anche dal commissario dell’Ulss 7 Simoni, che in riferimento a questa figura professionale scomparsa da un ospedale, dove operava  con pazienti che arrivavano anche da fuori regione ha indignato l’opinione pubblica, che pensa che perdendo un fiore all’occhiello come lui, l’Urologia non sarà mai più quella di prima. Ma casi come il suo ce ne sarebbero a decine all’ospedale di Santorso e Ramathi è solo l’emblema di un andazzo che preoccupa i sindaci.

‘Ramathi si è dimesso prima delle schede ospedaliere, ma la porta dell’ospedale è sempre aperta per lui nel caso volesse tornare – ha detto Simoni – se i medici se ne vanno non è perchè l’ospedale non va bene, ma perchè preferiscono fare carriera altrove. Adesso, molti dottori stanno rientrando al Sud, dove si sono aperti i concorsi nelle loro terre d’origine, che per anni erano rimasti bloccati. Anche questo, la gente non lo sa,  sta causando lo svuotamento dei reparti dei nostri ospedali del Nord, che subiscono l’effetto di ‘quota cento’ che ha colpito medici e infermieri, ostetrici e tecnici’.

‘Ramathi sarebbe rimasto se fosse stato messo nelle condizioni di continuare a lavorare a Santorso, dove i numeri degli interventi sono degni di un primariato – conclude Gonzo – io sono seriamente preoccupato per i cittadini di Villaverla, a cui, a questo punto, viene più comodo andare a Vicenza, se questo è il quadro che si è delineato’.

Non si è fatta attendere nemmeno la reazione del sindaco di Valter Orsi che oggi pomeriggio ha voluto replicare così al commissario Bortolo Simoni, di cui ha addirittura chiesto le dimissioni pubblicamente. ‘Se tutti gli impegni presi di fronte ai sindaci non sono stati mantenuti questo dimostra incapacità gestionale . Personalmente,  non ho mai avuto peli sulla lingua negli incontri fatti in tutti questi mesi con la dirigenza dell’Ulss 7 e molte informazioni le ho avute da fonti interne all’ospedale. Proprio per essere all’altezza dei confronti, in questi anni mi sono avvalso di un consulente tecnico. La verità – ha concluso Valter Orsi – è che se siamo a questo punto i responsabili siano ‘responsabili’. Mi domando di cosa parlassero in Regione in questi mesi’.

Il centrosinistra chiama rinforzi

Occorre correre ai ripari e progettare una soluzione alternativa assieme agli operatori del settore e alle altre amministrazioni territoriali”.

Leonardo Dalla Vecchia, candidato sindaco della coalizione di centro sinistra, spinge sulla Ulss unica con Vicenza come soluzione per porre rimedio ai problemi della sanità locale.

“Come coalizione di centro sinistra, fin dalla nascita della Ulss 7 avevamo denunciato la volontà regionale di depotenziare l’Ospedale di Santorso: avevamo compreso che questa conformazione anomala dell’Ulss, senza un ospedale hub di riferimento, avrebbe portato alla competizione tra i due ospedali di pari livello di Bassano e Santorso. Una competizione che si sarebbe risolta ai danni di quest’ultimo, per ragioni banalmente di convenienza elettorale: la Lega regionale ha più interesse a valorizzare il Bassanese che l’Altovicentino”.

Come ha spiegato ricorrendo ad un proverbio il candidato Leonardo Dalla Vecchia, “Quando gli elefanti combattono, chi ci rimette è l’erba”, il che significa non basta la professionalità e l’abnegazione al lavoro del personale sanitario, poiché se la struttura è architettata male, i servizi saranno in progressiva riduzione e a rimetterci saranno sempre di più i cittadini.

“Per questo ancora lo scorso febbraio abbiamo lanciato una raccolta firme Salviamo l’Ospedale AltoVicentino, che invitiamo a sottoscrivere per dare più forza in Regione alle istanza del territorio – ha spiegato Dalla Vecchia – In questa petizione chiediamo con forza una Ulss provinciale, con un ospedale di primo livello, che è Vicenza, e ospedali territoriali seguendo un tipo di strutturazione sanitaria del territorio raccomandata dalla stessa Organizzazione Mondiale della Sanità”.

Per illustrare ai cittadini le motivazioni di questa proposta il Pd scledense ha organizzato per stasera, martedì 7 Maggio alle 20.30 a Palazzo Toaldi Capra un incontro pubblico con Stefano Fracasso, consigliere regionale e capogruppo del Partito Democratico in Regione, Gianpiero Piazza, medico della nostra Ulss.

di Redazione AltovicentinOnline

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