Armando Cunegato lascia amareggiato il municipio di Valli del Pasubio dopo 10 anni da sindaco.
“Spero che chi arriverà dopo di me farà molto meglio di quanto ho fatto io – ha commentato spiegando che i suoi successori non si candideranno – al momento però non vedo questa possibilità”.
10 anni di soddisfazioni, interrotte da qualche frana che ha sconquassato il paese, ma soprattutto una sfida continua per riportare quel piccolo angolo di montagna ad essere una meta turistica ed un punto di riferimento storico. E ora, una lista unica con un unico candidato, che apre la strada a due scenari: una vittoria bulgara o il commissariamento. In mezzo c’è la carenza di cittadini preparati disposti a candidarsi e Cunegato si rende conto che il suo sogno di ‘territorio’ e città metropolitana è ancora molto lontano.
Cunegato, lei è uno di quelli che più ha spinto per allargare i confini dei comuni, per creare unioni, che avrebbe voluto parlare di territorio, di città metropolitana e non di paesi…
Sì, ma mi rendo anche conto che ci vuole ancora del tempo. O forse non arriverà mai il momento perché manca la cultura di base. Stiamo andando indietro, non avanti. Ne ho parlato per anni, con tutti, ma mi rendo conto che non siamo pronti. Invece i comuni non sono mai soli, non possono farcela da soli in quest’epoca di tagli continui, devono essere integrati nel territorio. Devono condividere servizi per assorbire i costi ed essere più efficienti, serve un confronto tra le varie amministrazioni, servono percorsi condivisi.
Anche tra candidati?
Certo che sì. Ma dove pensiamo di andare se diamo le chiavi dei comuni a gente che non si conosce, che non conosce i programmi del vicino di casa? Vedo candidati improvvisati, che hanno accettato la sfida elettorale ma non hanno idea delle responsabilità a cui vanno incontro. Amministrare è una cosa seria, non si può improvvisare. C’è una mentalità estremamente limitata, che va al di là dell’appartenenza politica, è proprio limitata in generale. E questo succede perché ci sono persone che si improvvisano.
A lei piacerebbe poter fare un altro mandato, dica la verità…
Assolutamente sì. Ma avrei la preparazione per farlo e sono sicuro che mi rivoterebbero. Io ho iniziato il mio percorso in amministrazione molti anni prima di essere eletto sindaco nel 2009. Penso che la legge dovrebbe essere modificata e chi ha fatto bene dovrebbe poter fare più mandati, mentre si dovrebbe poter mandare a casa prima dei 5 anni chi non sa amministrare.
Con la sua giunta, che cosa avete fatto in 10 anni?
Abbiamo letteralmente rivoluzionato il paese, abbiamo fatto interventi per milioni di euro, in ogni settore. Ormai è risaputo che con il ponte tibetano, realizzato nel 2016, abbiamo avuto una crescita esponenziale del turismo. Con ripercussioni su alberghi, ristoranti, rifugi, negozi. Ammetto che non mi aspettavo un ritorno a questi livelli, abbiamo rimesso in moto l’economia del paese. Ma ci abbiamo creduto, abbiamo lavorato per ottenerlo, non è caduto dal cielo.
Ci sono altre cose però in fase di arrivo…
Sì, ma purtroppo non credo che riuscirò a tagliare il nastro io. Però l’idea è mia. Parlo della ciclabile da Schio a Valli, della passerella che collega il centro con l’altro lato del fiume ed il cubo di vetro sulla cascata di Brazzavalle. Non vedo l’ora che venga realizzato, perché sono sicuro che anche questo avrà un impatto fortissimo per il turismo.
Dovrebbe essere pronto per l’estate comunque. So che ha trovato perfino una leggenda.
Per rilanciare il turismo non basta mostrare le cose, non è sufficiente creare un punto di interesse, bisogna spiegarle, farle conoscere. La leggenda del Sojo Rosso, che ho trovato perché sapevo che c’era e l’ho cercata, racconta di due amanti. Nella cascata ci sono due rocce che rappresentano i due amanti, immobili nel tempo, vicini eppure destinati a non sfiorarsi mai. Ma ci sarà un cippo, una targa, un punto di lettura che racconterà la leggenda e farà commuovere parecchie persone.
Che cosa la rende più orgoglioso?
Aver ridato stimolo all’economia grazie al turismo. E’ una cosa in cui ho sempre creduto e per la quale ho lavorato sodo. Ho anche letteralmente rotto le scatole al segretario comunale e ai dipendenti, ma ritengo fosse il mio dovere. Bisogna avere le idee, ma bisogna anche saperle tradurre in fatti concreti. A Valli è cambiata la mentalità e spero non si torni indietro. All’inizio i miei cittadini non mi prendevano sul serio, avevano molti dubbi, erano diffidenti. Ho acquisito credibilità con il tempo, ho cercato di essere intraprendente e sono stato costantemente presente. Li ho convinti, in pratica.
Ha sempre sottolineato l’importanza della squadra.
Certo, il sindaco è bravo se ha una buona squadra. Abbiamo fatto interventi per milioni di euro, ottenuti nei tempi giusti. A ognuno il suo, in un’amministrazione ognuno ha un ruolo. Anche la mia giunta è fatta di ottime persone e per questo mi dispiace che non si vada avanti con il mio gruppo. Forse ho anche peccato di eccessivo ottimismo. Peccato, ci sono persone che meritavano di rimanere in Comune.
Avrebbe altri progetti?
Sì. Ci sono tante seconde case. Se ci fossero 200 posti letto, da usare magari come bed & breakfast, sarebbero usate tutto l’anno. Deve cambiare anche la mentalità dei residenti, devono capire che di turismo si vive. E bene anche. E poi ho dato il via ad un progetto di co-house. Vedremo che succede… Chi subentra dopo di noi avrà lavoro da fare per almeno 3 anni, con tantissimi progetti pronti.
Ci sono parecchi comuni che vanno a elezioni con un unico candidato (Zugliano, Carrè). I sindaci hanno parlato di mancanza di democrazia. Lei come vede una lista che, se ci sarà il quorum, vincerà e governerà senza un’opposizione?
Sono molto preoccupato. Non tanto per un discorso di democrazia, perché in un comune come Valli non temo il rischio ‘dittatura’, ma sono preoccupato per la mancanza di competenza. Il candidato sindaco non ha mai preso parte ad un solo consiglio comunale. L’esperienza che vanta alla guida di un ente pubblico risale ad un periodo in cui c’erano i soldi e lì tutti erano bravi. I ragazzi della lista sono totalmente senza esperienza. Vedo tanta vanità, ma poca preparazione e cose irrealizzabili nel programma. E mi rattrista molto. Non perché io mi senta migliore, ma perché so quanti anni di preparazione mi ci sono voluti per decidere di candidarmi a sindaco. Ora si candida gente che non sa che cosa sia la sala consigliare, che non ha idea di cosa significhi amministrare, che crede che un amministratore debba solo sostituire i lampioni e chiudere le buche. Spero che, per la vanità di pochi, non paghi il paese intero.
Che cosa lascia al suo successore?
Lascio oltre 2 milioni di euro da spendere e progetti pronti per essere realizzati. E lascio tanta voglia di fare e di rendermi ancora utile. Se non sarà a Valli del Pasubio, mi rendo disponibile comunque per chi mi conosce e sa come ho lavorato finora.
Anna Bianchini