“La nostra Costituzione si ispira al principio e al valore dell’Autonomia. Già dall’articolo 5 torna a ricordare che la Repubblica è ‘una e indivisibile’ e sottolinea come la Repubblica riconosca e promuova le Autonomie. E lo ribadisce all’articolo 114, elencando gli elementi portanti della Repubblica: i Comuni, le Province, le Città metropolitane, le Regioni, lo Stato. In una crescita non gerarchica, ma territoriale, sottolineando quindi l’esigenza di collaborazione che vi è”. Lo dice il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, nel suo intervento alla seconda edizione del Festival delle Regioni e delle Province Autonome a Torino.
“L’autonomia è parte integrante della Costituzione. Questo governo è stato l’unico che ci permette di vedere una nuova alba all’orizzonte con l’approvazione in Cdm del ddl sull’autonomia. Non ho motivo di pensare che non si faccia. Nel rispetto dei tempi del Parlamento, sono convinto che il 2024 sarà l’anno dell’autonomia“. Con queste parole il Governatore del Veneto Luca Zaia risponde alla domanda di Affaritaliani.it se si aspetta che nel 2024 l’autonomia per il Veneto sia effettiva e in vigore.
Ma oggi, sono state tante le dichiarazioni di amministratori e dello stesso Matterella sull’autonomia.
“Bene le parole odierne del presidente della Repubblica che ha ricordato come l’autonomia regionale sia prevista dalla nostra Costitizione. L’autonomia aumenterà l’efficienza e premierà il buon governo, questa riforma ridurrà le attuali enormi differenze tra Regione italiane, differenze sotto gli occhi di tutti, e permetterà alle regioni più virtuose di essere ancora più virtuose e competitive e di essere ancora più trainanti per l’intero sistema Paese. L’autonomia regionale servirà a tutto il Paese, per dare più coesione ad un tessuto dove oggi purtroppo ci sono differenze troppo grandi e inaccettabili”. Lo afferma Gianna Gancia, parlamentare europeo della Lega.
La riforma dell’autonomia differenziata è cambiata rispetto al testo iniziale e non mi preoccupa. Questo il punto del presidente della Regione Sicilia Renato Schifani che nel suo intervento all’Italia delle Regioni si è concentrato sul progetto federalista del Governo. “Credo che tra il testo iniziale e quello attuale ci sono grandissime differenze nell’individuazione dei Lep, i livelli essenziali di prestazioni”. La riforma non lo preoccupa, ha spiegato il governatore siciliano: “Io non la guardo con preoccupazione, la guardo con attenzione, con la dovuta attenzione, perché introduce un sistema competitivo di efficienza dei sistemi”. Schifani si è poi concentrato sulla differenza tra federalismo cooperativo e competitivo. Tra i due, Schifani preferisce il secondo: “Io ho sempre creduto nel federalismo competitivo, perché crea efficienza e la posizione del mio partito è sempre stata quella, in occasione della legge sulla concorrenza, di apertura al mercato”.
“Nessuno di noi ha argomenti contro l’autonomia, vera forza del nostra paese. Abbiamo qualche differente veduta sulle modalità attraverso le quali arrivare a una maggiore autonomia, ma come al solito una soluzione si troverà”. Lo ha detto il presidente della Regione Puglia, Michele Emiliano, intervenendo al secondo festival L’Italia delle Regioni in corso a Torino.
Un messaggio di unità, che andrà mantenuta anche nell’attuazione del federalismo, partendo dal ruolo di quella che fu la prima capitale d’Italia. Così il sindaco di Torino Stefano Lo Russo inaugura la seconda edizione del ‘Festival delle Regioni’ al Salone degli Svizzeri al Palazzo Reale. “Senso di comunità e spirito di unità, signor Presidente- dice Lo Russo rivolto a Mattarella- sono concetti e valori fondamentali per il nostro territorio e per il nostro Paese, che devono costantemente essere alimentati e promossi. Unità, coesione, uguaglianza, inclusione, opportunità”, ha proseguito Lo Russo, “sono componenti che giocano un ruolo fondamentale all’interno del processo di sviluppo del Paese, e che devono farlo in maniera trasversale su tutti i suoi territori, senza che si corra il rischio di innescare processi divisivi e incentivare visioni che porterebbero ad accrescere sbilanciamenti e diseguaglianze già molto presenti”. Il sindaco ha ricordato la necessità di estendere il ragionamento sul federalismo: “Ecco allora che qualunque ragionamento sull’autonomia locale, su ridefinizioni di perimetri di competenze, su autonomie differenziate, su livelli essenziali, non può e non deve essere confinato al solo dibattito nazionale ma deve necessariamente contemplare un orizzonte transnazionale, europeo, internazionale e deve essere considerato dentro un contesto decisamente molto più ampio”.
Lo Russo ha spiegato come l’Unione europea sia già di per sé un modello istituzionale riconducibile all’autonomia differenziata, ma che va ulteriormente rafforzato: “Oggi più che mai dobbiamo lavorare su un’idea forte di Stati Uniti d’Europa e farcene noi, come italiani, i promotori dando una svolta decisa al processo di maggiore integrazione e necessaria cessione di alcuni elementi di sovranità fondamentali per la costruzione e il consolidamento di questo modello”.
“Una manifestazione segno di collaborazione tra centro e territori”. Così il presidente della Conferenza delle Regioni e delle Province autonome e del Friuli-Venezia Giulia, Massimiliano Fedriga, prende la parola al festival delle Regioni a Torino. Fedriga ha ricordato la collaborazione tra Regioni in occasioni di calamità naturali, e ha ricordato la necessità di lavorare per rispondere alla sfida del cambiamento climatico. Anche per questo motivo, ha proseguito, “abbiamo voluto focalizzare l’attenzione sul tema delle infrastrutture materiali o immateriali”. Il governatore del Friuli Venezia Giulia ha ricordato la necessità di un loro ammodernamento, “per l’uguaglianza tra tutti i cittadini e per il superamento dei divari territoriali, economici e sociali. È urgente superare tale disparità, realizzando quella effettiva perequazione infrastrutturale, che unitamente a una definizione dei livelli essenziali delle prestazioni, deve rappresentare un elemento imprescindibile anche nella ricerca, da parte delle Regioni, di forme di governo del territorio avanzato. L’autonomia può rappresentare per tutte le Regioni un’opportunità per un autogoverno responsabile del proprio sviluppo”.