Come ogni anno con l’arrivo del caldo fa la sua comparsa un parassita assai sgradevole, la zecca. Simile a un piccolo ragno, questo piccolo parassita di colore scuro – marrone o nero – vive sulle piante e sull’erba, prediligendo le zone umide. Lasciandosi cadere dalle piante, atterra su uomini o animali e grazie a un particolare apparato boccale riesce ad attaccarsi saldamente alla pelle per nutrirsi di sangue.
La puntura di per sé non è dolorosa ma non per questo va sottovalutata. Alcune zecche, infatti, possono trasmette delle infezioni anche molto gravi per la salute dell’uomo. Le più diffuse sono la malattia di Lyme e la Tbe. La malattia di Lyme si manifesta con chiazze rossastre sulla pelle, a volte con febbre, malessere, mal di testa, dolori alle articolazioni e ai muscoli.
Dopo settimane o mesi può causare anche disturbi più gravi alle articolazioni (artriti), al cuore e al sistema nervoso (meningiti). La Tbe, invece, è una malattia simile all’influenza che però può evolvere in meningiti o encefaliti o danneggiare il sistema nervoso. A differenza della malattia di Lyme, per la Tbe è disponibile un vaccino.
Cosa fare per prevenire la puntura delle zecche?
È consigliato percorrere i sentieri evitando di camminare a contatto diretto con l’erba. Indossare indumenti coprenti, preferibilmente di colore chiaro, e scarpe chiuse. Applicare prodotti repellenti a base di Deet sulla pelle scoperta.
Se ci accorgiamo di essere stati punti è importante rimuovere la zecca il prima possibile. È sufficiente prendere una pinzetta, afferrare il parassita vicino alla pelle e tirare fino al distacco. Non è necessario applicare sostanze sul parassita. Una volta rimossa la zecca, assicurarsi di renderla innocua bruciandola o attaccandola a del nastro adesivo, disinfettare la ferita e tenerla controllata per circa un mese. Se dovessero comparire chiazze rosse sulla pelle o altri disturbi rivolgersi al proprio medico.
(a cura Soccorso Alpino Trentino)