“Il ruolo delle Guardie Zoofile deve essere rivisto, molti eccedono nelle loro funzioni”.

Non si placano le polemiche sui cani a catena tenuti in Altopiano ad Asiago e sul ferimento delle guardie zoofile che, dopo essere entrate in un allevamento per verificare le condizioni degli animali, sono state aggredite. E se da un lato c’è chi ringrazia quanto accaduto poiché ha portato alla luce un’abitudine di maltrattamenti nei confronti di molti cani, dall’altro lato c’è chi difende gli allevatori e lancia un appello: che venga tolto potere alle guardie zoofile.

Nel caso di Roana, secondo Massimiliano Filippi, vicepresidente dell’Associazione per la Cultura Rurale, sarebbe colpa delle guardie zoofile, “che avrebbero fatto irruzione nell’allevamento senza mandato e armati di spray al peperoncino che avrebbero spruzzato contro l’allevatore alla sua prima reazione di contrarietà” l’epilogo di quanto accaduto in Altopiano e che è finito alla ribalta nazionale.

Quattro guardie zoofile aggredite, due delle quali ferite, per aver tentato di salvare quattro cani tenuti a catena al freddo e senza acqua, che hanno fatto comunque emergere un grave problema nella custodia degli animali da compagnia in Altopiano che, come ha spiegato Federica De Pretto, presidente di Enpa Thiene-Schio, “Vengono tenuti lontani da casa, isolati, al freddo, senza acqua ed in condizioni terrificanti”.

Ad instillare dubbi sul ruolo delle guardie, è proprio Filippi, che invoca che venga concessa minore autorità alle guardie zoofile.

Questo, nonostante siano state le stesse guardie di Enpa (Ente Nazionale Protezione Animali) ad avere comunicato che al vaglio della Procura, ci sia una copiosa documentazione, fatta di tredici pagine, diciotto allegati e video, che testimoni “senza ombra di dubbio la drammaticità dell’aggressione messa in atto dai proprietari dei cani”.

I fatti

A rigettare la palla dall’altro lato del campo, gettando la colpa non su chi si è scagliato, ferendole, contro le guardie zoofile, ma sugli stessi agenti, è Massimiliano Filippi, vicepresidente dell’Associazione per la Cultura Rurale, che ha detto: “Constato una discrepanza tra la ricostruzione delle Guardie zoofile e quanto a me riportato. Secondo quanto mi è stato riferito le Guardie avrebbero fatto irruzione nell’allevamento in questione, senza mandato e senza essere accompagnate da altre autorità competenti, armati di spray al peperoncino, che avrebbero utilizzato sull’allevatore alla sua prima reazione di contrarietà, a quel punto la situazione sarebbe degenerata. Invito quindi le autorità competenti a verificare se è veritiera la versione fornita dalle guardie zoofile o quella delle malcapitate persone rese oggetto dei loro controlli effettuati con modalità alquanto discutibili”.

Filippi ha poi continuato invocando un ridimensionamento nel ruolo delle guardie zoofile, che a suo dire a volte eccedono nelle loro funzioni: “Secondo la mia personale opinione, ritengo che andrebbe rivisto il ruolo, le competenze e l’utilità delle Guardie zoofile. Molti sono i casi in cui alcuni di questi personaggi hanno ecceduto nelle loro funzioni. Ricordo quanto successo dieci anni fa a Genova, dove, durante un controllo di questi agenti, ci sono scappati tre morti”.

A.B.

Roana. I cani alla catena sull’Altopiano ed il pestaggio diventano un caso nazionale

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