L’alveare robotico è in grado di monitorare la vita nelle colonie di api e di interagire con esse. . “Barmak e colleghi hanno approfittato della sensibilità delle api alla temperatura per sviluppare un alveare robotico in grado di interagire termicamente con le colonie di Apis mellifera carnica”, osserva Romano. In particolare, l’alveare robotico si è basato sul comportamento collettivo che permette alle api di sopravvivere al freddo e mantenere una soglia di temperatura che consenta loro di essere attive. Si aggregano cioè in una struttura compatta chiamata ‘glomere’, all’interno della quale si crea un microclima ottimale per le api. L’alveare robotico “è stato utilizzato per osservare la colonia, raccogliendo i profili termici del glomere di api per lunghi periodi”, spiega Romano, e “ha consentito l’interazione bioibrida con le api, esercitando un’influenza minimamente invasiva sull’architettura e sulla struttura del nido”.
L’alveare robotico si è anche dimostrato potenzialmente utile nel fornire supporto per le colonie di api più colpite dalle temperature rigide invernali. Durante l’inverno, quando le temperature scendono drasticamente, all’interno dell’alveare, le api indebolite possono cadere in uno stato di coma che spesso le porta alla morte. Attivando i sistemi che permettono di controllare la temperatura, l’alveare robotico ha impedito che le api più deboli cadessero nel coma, prevenendo in questo modo il declino della colonia.
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