In Italia, gli animali domestici non conoscono crisi: nelle case degli italiani vivono oltre 36 milioni di animali, tra cui 10,2 milioni di gatti, 8,8 milioni di cani e 12,8 milioni di uccelli. Solo cani e gatti, negli ultimi 5 anni, sono aumentati di 5 milioni, facendo del nostro Paese il terzo in Europa per numero di pet. Un dato positivo non solo per l’affetto che questi animali portano, ma anche per i benefici psicofisici che garantiscono: migliorano il benessere dei bambini e rallentano il declino cognitivo negli anziani, secondo l’Accademia americana di neurologia. Oggi, 2 milioni di over 65 hanno un cane e 1,8 milioni un gatto, contribuendo – secondo la Società Italiana di Gerontologia – a risparmiare fino a 4 miliardi di euro l’anno al sistema sanitario nazionale.

Salasso per i proprietari

Ma la compagnia di un amico a quattro zampe ha un costo. Secondo Altroconsumo, mantenere un cane costa circa 1.562 euro l’anno, un gatto 1.208 euro. Oltre al cibo, una parte rilevante della spesa è legata a farmaci e visite veterinarie, che per i cani arrivano a 341 euro annui. Le tariffe variano da città a città: per una prima visita si va dai 50 euro di Napoli agli 80 di Milano e Torino, con l’aggiunta dell’IVA al 22%.

Il settore veterinario è in forte espansione: in Italia si contano oltre 6.600 ambulatori, 1.100 cliniche, e 71 ospedali veterinari, per un giro d’affari che ha superato il miliardo di euro nel 2021, diviso tra quasi 35 mila veterinari.

Farmaci veterinari: prezzi alle stelle

Nel 2023, la spesa per i farmaci veterinari in Italia ha toccato 440 milioni di euro, contro i 295 milioni del 2015. Una crescita impressionante, considerato che molti farmaci per animali condividono lo stesso principio attivo di quelli per umani, ma costano fino a cinque volte di più.
Esempi? Il Diuren per cani costa 12,70 euro, mentre il corrispettivo umano, Lasix, solo 1,72 euro. Stesso discorso per l’antibiotico Synulox (25,60 euro) e la classica Amoxicillina umana (3,50 euro). La causa principale? Nessuna contrattazione tra lo Stato e le case farmaceutiche per i farmaci veterinari, che quindi possono fissare liberamente i prezzi.

Secondo Enrico Moriconi, veterinario ed ex Garante per i Diritti degli Animali in Piemonte, è un problema culturale ma soprattutto economico: “Fino a 20 anni fa si usavano solo farmaci pediatrici per gli animali. Oggi si evita per ragioni di mercato, non di salute”.

L’amore per gli animali, insomma, cresce in Italia. Ma anche i conti da pagare.

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