“Gli animali selvatici causano troppi danni al territorio dell’Alto Vicentino” e secondo Coldiretti è necessario un “incontro urgente con tutte le componenti interessate per un concreto contenimento dei danni provocati”.
Un piano di gestione che vada oltre le parole. E’ questo in sostanza quanto richiesto da Martino Cerantola, presidente di Coldiretti Vicenza: “Gli animali selvatici da anni stanno mettendo duramente alla prova il territorio vicentino, così come il sistema idrogeologico. È indispensabile che il governo prenda provvedimenti rapidi, perché ciò significa evitare danni ingenti all’ambiente ed al mondo agricolo”. Con queste parole il presidente provinciale di Coldiretti Vicenza, Martino Cerantola, commenta i sempre più frequenti danni provocati alle produzioni agricole dalla fauna selvatica, in particolare cinghiali, nutrie, corvidi ed altre specie.
Le colture danneggiate ed i danni economici conseguenti stanno creando una vera e propria emergenza nei territori dei Comuni in collina e nella pianura adiacente, tali da mettere seriamente in dubbio la sostenibilità delle coltivazioni presenti su queste superfici. “Una situazione che potrebbe tradursi nell’abbandono del territorio da parte degli agricoltori – sottolinea Cerantola – Un fenomeno la cui conseguenza sarà quella di privare il territorio stesso dei suoi custodi, per lasciarlo in preda all’abbandono più totale”.
Coldiretti Vicenza scrive agli enti locali per sensibilizzarli, auspicando in un vero interessamento, celere ed efficace. “Gli interventi di prevenzione finora attivati non hanno sortito gli effetti sperati – sottolinea Cerantola – e, comunque, in alcune situazioni, considerata l’estensione dei terreni da proteggere, esse non possono di certo venire risolte dall’iniziativa della singola azienda agricola/zootecnica”.
Così Coldiretti Vicenza chiede un incontro urgente, alla presenza di tutte le componenti interessate (Regione Veneto, Ambiti Territoriali Caccia, Provincia ed Amministrazioni Comunali) al fine di individuare delle soluzioni più idonee, per un concreto contenimento dei danni provocati dagli animali selvatici.
“I piani di gestione sono l’ultima spiaggia e non possono essere rinviati. Sono necessarie misure di contenimento – conclude Cerantola – per non lasciar morire l’agricoltura, specie nelle aree dove coltivare è più difficile e meno remunerativo. Serve, dunque, responsabilità nella difesa degli allevamenti, degli allevatori, ma non solo, che, con coraggio continuano a presidiare i territori ed a garantire la bellezza del paesaggio, contro degrado, frane ed alluvioni che minacciano anche le città”.