Il Dl Agricoltura è “l’ennesimo provvedimento che contiene tutto e il contrario di tutto, in cui si sfruttano vere o presunte emergenze, non con l’obiettivo di risolverle ma solo per trasformarle in una scusa per elargire soldi pubblici e favori a vari settori” e avrà “conseguenzze negative” sulla natura e sulla tutela degli animali. E’ quanto denunciano 9 associazioni ambientaliste e animaliste in una nota congiunta. Secondo Enpa, Federazione pro natura, Lac, Lav, Legambiente, Lipu, Lndc animal protection, Oipa e Wwf Italia il DL Agricoltura, “non è un caso” che il Dl approvato lo scorso 6 maggio in Consiglio dei Ministri “sia stato pubblicato esattamente un mese prima delle elezioni europee”.
Secondo le associazioni, “come accaduto con il DL Asset, anche in questo caso il Governo sfrutta l’occasione per accanirsi contro la natura e gli animali che sembra una vera ossessione per l’esecutivo e la maggioranza parlamentare. Il rischio concreto è che in fase di conversione, il DL venga ulteriormente infarcito di misure che ridurranno ancor di più il già debole sistema di tutele”.
Sotto accusa, in particolare, il trasferimento della competenza funzionale dei Carabinieri forestali dal ministero dell’Ambiente a quello dell’Agricoltura, “un atto molto grave perché certifica l’approccio ideologico, anacronistico e antiscientifico secondo cui l’essere umano deve dominare la natura, piegandola ai suoi poteri e ai suoi capricci”. “Non è un caso che il mondo venatorio stia già esultando per l’ennesimo regalo ricevuto: il passaggio della tanto criticata Soarda (la sezione dei Carabinieri specializzata in antibracconaggio) sotto il diretto controllo del Ministero a loro particolarmente vicino”, aggiungono. Negative anche le misure in tema di contrasto alla Peste Suina Africana (PSA). Le associazioni evidenziano come il ricorso alle forze armate per sparare ai cinghiali, sia “una inutile e dannosa foglia di fico per tentare di nascondere un enorme fallimento politico e gestionale”. “In questi anni – dicono – sono state stanziate ingenti somme di denaro e con la scusa del contenimento della fauna sono stati aumentati di ulteriori 500.000 euro annui, i soldi pubblici regalati alle associazioni venatorie. A queste risorse si aggiungono oggi ulteriori somme (oltre 3 milioni di euro complessivi) forniti alle forze armate, cioè a personale privo delle necessarie conoscenze di questa materia”.
“Ricordiamo al Governo – concludono le associazioni – che il vero rischio per la sicurezza e la salute pubblica non sono gli animalisti che esprimono il loro dissenso ma le migliaia di privati cittadini armati, non adeguatamente formati e autorizzati a sparare dappertutto, nonché il ricorso a pratiche scorrette di gestione degli animali selvatici come la braccata e la caccia con i richiami vivi, autentici veicoli per la diffusione di patologie”.