In mezzo ai silenzi della montagna, dove la natura regna sovrana e ogni passo risuona tra i pini, si è consumata una tragedia toccante di amore e fedeltà. Una storia che ha per protagonista un cane, un compagno silenzioso e leale, che ha tentato con tutte le sue forze di salvare il suo padrone.
Era un pomeriggio come tanti sull’anello del Guslon, lungo il sentiero 924 A, tra i paesaggi mozzafiato dell’Alpago. Due giovani escursionisti camminavano in tranquillità quando hanno notato un cane nero che correva loro incontro. Non abbaiava, non sembrava spaesato, ma aveva qualcosa negli occhi: una determinazione, una richiesta d’aiuto silenziosa.
Il cane si è fermato un attimo davanti a loro, poi si è voltato, invitandoli chiaramente a seguirlo. Senza esitazione, i due ragazzi si sono messi sulle sue tracce, seguendolo fino a un prato poco distante. Lì, adagiato a terra, c’era il corpo senza vita di un uomo. Probabilmente era già morto da qualche tempo, colpito da un malore durante l’escursione.
Non c’erano altri testimoni, nessuno a parte quel cane che non aveva abbandonato il suo padrone nemmeno per un momento. Era rimasto con lui, forse vegliandolo, forse cercando di scuoterlo. Poi, capendo che serviva aiuto, si era messo in marcia verso chiunque potesse fare qualcosa. È stato lui a condurre i soccorritori, anche se ormai era troppo tardi.
L’allarme è scattato subito. Una squadra del Soccorso Alpino dell’Alpago si è avvicinata in jeep, proseguendo poi a piedi. In volo è arrivato anche l’elicottero del Suem di Pieve di Cadore. Ma non c’era più nulla da fare. Il corpo dell’uomo è stato trasportato nella cella mortuaria di Chies. L’identità è stata confermata attraverso il cellulare, recuperato dai carabinieri.
Il cane, intanto, è stato portato in salvo dai soccorritori. Lo hanno affidato ai carabinieri, che lo hanno accudito, in attesa di stabilire a chi consegnarlo. Resterà per sempre il simbolo di una fedeltà assoluta, l’ultimo testimone silenzioso di una vita spezzata tra le montagne.
Una storia triste, ma anche profondamente umana. O forse, più che umana. Perché a volte è proprio negli occhi di un cane che si riflettono le forme più pure dell’amore e del coraggio.
I.A.
Foto archivio
