E’ comparso per la prima volta circa 6.000 anni fa, e da allora si è diffuso nei cani di tutto il mondo: è il tumore più antico finora scoperto, colpisce i cani e si trasmette per via sessuale. A ripercorrerne ritroso l’evoluzione è lo studio, pubblicato sulla rivista Science, coordinato dal gruppo dell’Università britannica di Cambridge coordinato da Elizabeth Murchison e Adrian Baez-Ortega.
Pochissime forme di tumore sono di tipo infettivo e, tra queste, c’è il tumore venereo trasmissibile del cane (Ctvt), che colpisce anche altre specie della famiglia dei canidi. Proprio questo risulta essere il più antico cancro di cui si ha traccia e che ancora oggi è ampiamente diffuso. I ricercatori dell’Università di Cambridge hanno sequenziato il genoma del tumore di 546 cani provenienti da tutto il mondo. L’analisi ha permesso di realizzare una sorta di albero genealogico delle mutazioni genetiche del tumore avvenute nei secoli e di stabilire che la malattia è apparsa per la prima volta tra 4.000 e 8.500 anni fa, probabilmente in Asia.
Attraverso le ricostruzioni delle variazioni del Dna, i ricercatori hanno ipotizzato che il tumore si sia diffuso, con le navigazioni marittime, dall’Europa alle Americhe circa 500 anni fa, e successivamente abbia raggiunto anche l’Africa e l’India. Tuttavia, questo non è andato di pari passo con il suo evolvere in una forma più aggressiva: infatti questa neoplasia è oggi raramente letale. La sua stabilità nel tempo, spiegano i ricercatori, offre la speranza che anche alcuni tumori umani possano, non necessariamente evolvere in forme più aggressive, ma “essere domati e controllati”.