La vicenda è stata portata alla luce da Fan Page e quella di Giulia è una storia che sfida ogni aspettativa. Dove la sua vita avrebbe dovuto finire ancora prima di iniziare , in un macello del Veneto, accanto al corpo della madre appena abbattuta , ha invece avuto inizio un percorso straordinario, fatto di cura, empatia e rinascita. A salvarla è stata Gabriella Gibin, che quattro anni fa si è opposta al suo abbattimento e ha scelto di prendersene cura, giorno e notte, da quando era solo un’agnellina bisognosa di poppate ogni due ore e mezzo. “Non sapevo nemmeno se ce l’avrebbe fatta — racconta Gibin a Fan Page — , ma proprio quei primi giorni mi hanno insegnato un nuovo modo di comunicare. Con Giulia ho imparato a parlare senza parole”.
Oggi Giulia è una pecora adulta di 109 chili, che si muove con delicatezza sorprendente tra le carrozzine delle Rsa, dove accompagna Gabriella nei percorsi di pet therapy. Lontana dai prati chiusi e dai recinti del suo destino originario, è diventata una presenza tenera e rassicurante per anziani e persone con disabilità. Non serve che faccia nulla di speciale: basta la sua presenza. Ed è proprio questo il miracolo. “Uno degli episodi più toccanti è avvenuto proprio durante uno degli ultimi incontri. – racconta Gabriella – Un uomo, noto per il suo carattere burbero e per le difficoltà comunicative, alla vista di Giulia ha lasciato cadere ogni barriera. Le ha aperto le braccia, l’ha abbracciata, e lei si è appoggiata a lui, chiudendo gli occhi in un gesto di fiducia profonda. Sono rimasti così a lungo. Poi l’uomo ha iniziato a ridere e scherzare, cosa che nessuno gli aveva mai visto fare prima.
Il percorso di Giulia non è frutto del caso: è il risultato di un legame autentico, cresciuto giorno dopo giorno con la sua salvatrice. Fin da piccola, racconta Gabriella, aveva mostrato una particolare affinità con i bambini e una sensibilità spiccata verso chi è più fragile. È proprio da queste osservazioni che è nata l’idea di inserirla nei programmi di pet therapy. “Siamo cresciute in simbiosi — dice Gibin — e ho capito che aveva qualcosa di speciale. Quando vede bambini o anziani, si avvicina con delicatezza, come se sapesse esattamente cosa fare per farli sentire al sicuro”.
