È allarme tra gli allevatori suinicoli veneti per il caso di peste suina riscontrato a Roma. Dopo i focolai di Piemonte e Liguria, geograficamente distanti dal Lazio, il pericolo del contagio per i suini scatta anche per il Veneto, quarta regione produttiva con la quota del 6,8% del totale nazionale. Una produzione di alta qualità, destinata per la maggior parte alle denominazioni di origine protetta.

“Il proliferare della presenza di cinghiali, che dalle campagne arrivano fino in città – commenta Coldiretti Vicenza – è ormai sotto gli occhi di tutti, come i danni economici provocati alle aziende agricole ed i numerosi incidenti che mettono a rischio la sicurezza dei cittadini. Serve responsabilità delle Istituzioni per un intervento immediato finalizzato al contenimento e l’avvio di un piano di monitoraggio ed emergenza”.

La Peste suina africana può colpire cinghiali e maiali ed è altamente contagiosa e spesso letale per questi animali, ma non è, invece, trasmissibile agli esseri umani e nessun problema riguarda la carne.

“Abbiamo più volte evidenziato – commenta Ettore Prandini, presidente nazionale Coldiretti – il rischio della diffusione della Peste suina africana attraverso i cinghiali e la necessità della loro riduzione numerica attraverso le attività venatorie, le azioni di controllo della legge 157/92 con l’art. 19 e le azioni programmabili nella rete delle aree protette”.

Un’emergenza con importanti risvolti sulla sanità pubblica. “Siamo costretti ad affrontare una grave emergenza sanitaria, perché – precisa Prandini – è mancata l’azione di prevenzione, come abbiamo ripetutamente denunciato in piazza e nelle sedi istituzionali, di fronte alla presenza in Italia di più di 2,3 milioni di esemplari, arrivati numerosi anche nella Capitale. A preoccupare è l’immobilismo delle Istituzioni, dopo i casi individuati in Piemonte ed in Liguria, con il rischio concreto che l’emergenza si allarghi ad altre regioni limitrofe, dove si concentra la norcineria nazionale, che è un settore di punta dell’agroalimentare made in Italy, grazie al lavoro di circa centomila persone tra allevamento, trasformazione, trasporto e distribuzione, con un fatturato che vale 20 miliardi. Ad oggi i casi individuati di positività riguardano solo cinghiali e nessun maiale – conclude la Coldiretti – è stato contagiato in Italia dalla Peste suina africana”.

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