Gli animali di montagna sono ormai spaesati e senza casa perché l’asfalto e il cemento li hanno sfrattati da tane e boschi. Negli ultimi trent’anni, Comuni e Regioni hanno abbandonato la gestione del territorio di montagna affidandola, di fatto, all’intervento antropico che, come sappiamo, è sempre portatore di interessi privati e non sistemici”. Sono le dure parole di Mario Serpillo, presidente nazionale dell’Unione Coltivatori Italiani, commentando i dati sugli incidenti stradali in montagna, nello specifico nelle regioni del nord est nazionale.

AGLI ANIMALI SELVATICI “È STATO TOLTO CIBO, TERRITORIO, RIFUGIO”

“Chi è in grado di affermare che 100 orsi siano troppi per il Trentino? Il troppo è un giudizio umano sulla base della percezione di un danno immaginato in proiezione futura. In realtà, la macchina perfetta della Natura regola da sé il rapporto di sopravvivenza della specie, che si riproduce in base alle risorse naturali a sua disposizione (cibo, acqua, rifugi, spazi…), in un equilibrio sostenibile. Potremmo dire che l’uomo ha, sistematicamente, depredato soprattutto gli ungulati, mettendo in pratica una sorta di land grabbing verso gli animali selvatici, togliendo loro campo, territorio, rifugio, cibo. In una parola, l’habitat naturale. Siamo altresì consapevoli dei danni che alcune specie arrecano alle coltivazioni, ma questo è altro argomento che abbiamo più volte affrontato nelle sedi opportune, proponendo soluzioni e progetti nel rispetto della bio-diversità”, ha insistito Serpillo.

SERVE UNA “GESTIONE VERA” DEL TERRITORIO

“I colpevoli non possono certamente essere gli animali, che da sempre nel bosco vivono e si riproducono. Abbiamo invaso il loro spazio vitale, ci siamo spinti troppo in avanti, rendendo abitabili aree che non lo erano e interrompendo così gli equilibri della catena alimentare montana. L’uomo è il responsabile di tutto, della scomparsa dei pascoli e del cibo per la fauna locale, che si vede costretta ad avvicinarsi ai villaggi per reperire sostentamento. È il momento di passare ad una gestione vera del territorio, integrata con le attività umane ma comunque attenta alla bio-diversità ed all’inclusione dei vari mondi naturali in un nuovo ordine, che potremmo quasi definire in co-gestione tra uomo e fauna. Abbiamo abbandonato il territorio per troppo tempo, demandandone la gestione al falso mito dello sviluppo. Adesso è il momento di recuperare” ha concluso il presidente Serpillo.

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