Che gli scimpanzé sapessero badare a sé stessi era cosa nota agli etologi. Ma ora una nuova ricerca dell’Università di Oxford alza l’asticella: i nostri cugini evolutivi non solo si curano le ferite, ma si aiutano tra loro, usano materiali vegetali con proprietà medicinali e si puliscono vicendevolmente dopo il sesso. Altro che istinto animale: qui si parla di protocolli di igiene condivisi. Le foglie al posto della carta igienica, ma il materiale non è importante.

Lo studio, pubblicato su Frontiers in Ecology and Evolution, si è concentrato su due comunità di scimpanzé dell’Uganda orientale, nella foresta di Budongo: Sonso e Waibira. Gli etologi hanno combinato nuove osservazioni raccolte in otto mesi con dati accumulati in trent’anni. Il risultato? Un repertorio impressionante di comportamenti che, tra le righe, rimettono in discussione concetti come empatia, altruismo e persino il monopolio umano dell’assistenza sanitaria.

Colpisce anche il dato “sociale”: queste cure non erano limitate a parenti stretti, ma rivolte a membri del gruppo privi di legami diretti. Secondo la ricercatrice Elodie Freymann, autrice dello studio, “più scopriamo esempi di animali che aiutano altri senza ricompensa immediata, più diventa difficile sostenere che l’altruismo sia esclusivamente umano”.

L’etologa Caroline Schuppli, del Max Planck Institute, commenta con entusiasmo: “Questo studio mostra chiaramente che le capacità cognitive alla base della cura del prossimo sono probabilmente condivise tra uomini e scimpanzé. È lecito supporre che anche i nostri antenati comuni le possedessero”.

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