(Adnkronos)“In teoria tutti i cani sono pericolosi e tutti non lo sono. Dobbiamo conoscere il nostro cane e saperlo guidare”. Ad affermarlo in un’intervista all’Adnkronos Andrea Cristofori, educatore cinofilo esperto nel recupero comportamentale di cani dichiarati ad elevata pericolosità sociale. Secondo un recente Rapporto Eurispes, 3 famiglie italiane su 10 hanno un animale domestico e la maggior parte sono cani. Chi sceglie di avere un amico a 4 zampe deve essere consapevole che educarlo è fondamentale e fa parte di un percorso che porta il proprietario a comprendere il ‘linguaggio canino’ in modo da saperlo guidare e aiutarlo ad affrontare tutte le situazioni in maniera corretta una volta guadagnata la sua attenzione e la sua fiducia. ”La maggior parte dei cani che incontriamo per strada è docile ma è fondamentale che il padrone sia in grado di controllarlo anche quando è in una situazione di stress”, sottolinea Cristofori che, insieme ai suoi due fratelli gestisce alle porte di Roma il ‘Centro Studio Cani‘, scuola per proprietari di cani, come ci tiene a sottolineare: “Il cane è cliente e il proprietario è solo un allievo”.
Tecnicamente il comportamento di ogni singolo cane è il risultato di un’esperienza di crescita, più o meno corretta, vissuta alla luce di una predisposizione genetica di istinti e qualità. Non esistono insomma cani irrecuperabili, tanto meno cattivi, ipereccitabili, dominanti, bastardi, dispettosi, ansiosi o gelosi. E’ fondamentale saper cogliere però i segnali che dimostrano come il cane non sia poi così rispettoso del proprietario. ”L’abbaio sul cancello o sul campanello sono dei segnali: il cane ha deciso che quella persona non entra perché è pericolosa – afferma Cristofori – il cane che non sempre torna quando lo chiamo, è un cane non del tutto sotto controllo. I segnali ci sono e sono chiari ma non sempre noi siamo in grado di interpretarli. Oppure li codifichiamo secondo un segnale umano. Ad esempio, il cane che divide marito e moglie sul divano non è geloso: è in sfida con l’altro maschio”.
Quando possiamo dire allora di avere un cane sotto controllo? “Se il cane esegue ciò che gli chiediamo in qualsiasi situazione possiamo dire di avere un buon controllo – spiega l’educatore cinofilo – se siamo in grado di uscire da una situazione di estremo stress per l’animale, come ad esempio un rumore forte, con lo sguardo e senza guinzaglio possiamo dire di aver un buon controllo”.
“Non esiste il cane buono o il cane cattivo. Il cane è un animale come noi e reagisce alle situazioni: se spaventato o sotto stress, ha delle reazioni – afferma ancora Cristofori – semplicemente ci sono cani che si attivano prima. Quindi, conosciuto il proprio cane, dobbiamo stare più che altro attenti alle specificità di razza“. “Ogni razza ha qualità diverse – spiega l’educatore cinofilo – se ho bisogno di un cane da compagnia, sceglierò un cane che non ha una combattività troppo alta sotto il profilo della bocca, con un grado di eccitabilità gestibile che non sfocia quasi mai nell’aggressività come può essere un Golden o un Boxer. Se scelgo un Pit Bull so che è un cane tranquillo e sereno che però, se va in stress e non ha fiducia nel proprietario, utilizza la forza fisica. Se ho bisogno di affetto non scelgo un Akita Inu o un cane forte e indipendente che prenderebbe il gesto come una richiesta di aiuto”.
“Poiché ogni cane ha delle caratteristiche ed è stato selezionato per fare delle cose, che comunque restano nel suo dna anche se non le fa più – sottolinea Cristofori – è meglio orientare la nostra scelta sul cane che ci assomiglia di più al livello caratteriale e che quindi riusciamo a gestire meglio. Non dobbiamo farci guidare dall’estetica, come spesso accade“. “E’ difficile leggere da qualche parte che un cane non va bene per questo o non è indicato per i bambini. E’ chiaro che dipende da come cresce – aggiunge – ma non possiamo dimenticare gli standard e le qualità del cane quando lo scegliamo. Dobbiamo quindi valutare che siano congruenti con noi”.
E non facciamoci spaventare dai cani già adulti: “E’ come nella crescita di una persona, magari ci vuole un po’ più di tempo e pazienza. Il cane è sempre riprendibile. E spesso accogliere in casa un cane stabilizzato, come può essere uno che sta in un canile e conosce il rapporto di branco, è la situazione migliore, soprattutto per chi ha bambini o per le persone anziane o con una disabilità con difficoltà a imporsi e a interagire con il cane. Perché per crescere un cucciolo bisogna avere la capacità e la pazienza”. (Adnkronos)