Dopo più di due settimane bloccato lungo le sponde del torrente Leno, il capriolo di Rovereto è stato finalmente salvato. Il salvataggio dell’animale è stato al centro di una interminabile querelle su chi dovesse intervenire e dopo le reiterate richieste dirette al Corpo forestale della Provincia autonoma di Trento dall’Organizzazione internazionale protezione animali (Oipa), la sera del 6 gennaio è finalmente intervenuta una squadra che lo ha recuperato.

In attesa di sapere dov’è stato ricoverato e quale sarà il suo destino, se necessario anche con una richiesta di accesso agli atti, l’Oipa auspica che sia fatto di tutto per restituirlo alla vita libera dopo essere stato curato al meglio, avendo una zampa lesionata.

“Vigileremo sul caso. Di certo chi di dovere sarebbe dovuto intervenire prima, non dopo quasi un mese e non a seguito di una battaglia mediatica”, commenta la delegata dell’Oipa di Trento, Ornella Dorigatti. “Purtroppo non vi è stata una volontà di dialogare e collaborare. Senza l’eco data dalla stampa a questa  vicenda non saremmo arrivati a una soluzione poiché, ricordiamolo, all’inizio era stato detto che “il capriolo poteva stare lì e vivere benissimo e che come era caduto poteva anche andarsene da solo”.

L’Oipa terrà accesi i fari sul povero capriolo poiché la fauna selvatica è patrimonio indisponibile dello Stato e tutti dobbiamo sapere cosa gli accadrà ora.

AGI

 

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