“Stimiamo che in Veneto ci siano 90mila cinghiali concentrati in alcuni territori, di questo passo la nostra Regione sarà invasa”.

A Venezia e a Roma la protesta organizzata da Coldiretti per far sì che il governo prenda provvedimenti e autorizzi la caccia al cinghiale.

“L’agricoltore è il presidio del nostro territorio, la nostra sentinella. E i cinghiali sono un problema… Oggettivamente oggi l’ecosistema è saltato e gli agricoltori ci rimettono nelle produzioni, non riescono più a fare programmazione, e in alcuni contesti i cinghiali sono in super eccesso e non è più pensabile una civile convivenza”, ha detto Luca Zaia, presidente del Veneto, presente al flash mob organizzato da Coldiretti Veneto davanti alla stazione Santa Lucia di Venezia, per chiedere azioni contro il proliferare dei cinghiali.

La Regione Veneto “ha sempre portato avanti l’idea di rendere il cinghiale una specie cacciabile, e io penso che la soluzione sia questa. A livello nazionale io spero che il Governo si decida a riconoscere questa specie come cacciabile. È brutto da dirsi ma altri percorsi non ce ne sono. La Regione è a disposizione – ha aggiunto Zaia evidenziando che al flash mob erano presenti consiglieri regionali di tutti gli schieramenti politici – Ma se non si risolve la norma a livello nazionale noi non riusciamo a venirne fuori. Con la caccia di selezione si fa qualcosa, ma non è quello che l’agricoltura si aspetta”.

E infatti il presidente di Coldiretti Veneto Daniele Salvagno ha sottolineato che “il vecchio piano non ha funzionato. Perché con 7mila selecontrolli nel 2020 si sono abbattuti circa 7mila capi, in media un capo a soggetto. Mentre stimiamo che in Veneto siano presenti circa 90mila capi concentrati in alcuni territori e con questo ritmo la nostra Regione sarà invasa dai cinghiali”.

Secondo il leader nazionale della Lega Matteo Salvini, presente al flash mob organizzato a Roma, “Ammazzare i cinghiali è nell’interesse dei cinghiali stessi”.  Salvini ha partecipato al presidio della Coldiretti davanti a Montecitorio per testimoniare la vicinanza della Lega a “gente che non sta in attesa di percepire il ‘reddito di cinghialanza’. Qui c’e’ gente che lavora e se uno semina ha lo stramaledetto diritto di raccogliere quello che ha seminato”, ha detto tra gli applausi scroscianti.

Con lui sul palco Gianmarco Centinaio, Gianpaolo Vallardi e tutti i parlamentari leghisti delle commissioni agricoltura. Per Salvini la regola di comportamento è semplice: “Io adoro gli animali, ma se voglio tenermi in casa un animale scelgo il cane, il gatto o il pesce rosso. Io il cinghiale in camera da letto non ce lo voglio, e neppure nei campi di chi lavora. La soluzione del problema va lasciata agli agricoltori. C’è una proposta di legge di un collega di cui non faccio il nome che prevedeva che le regioni assumessero del personale per fare quello che tutti voi siete in grado di fare domani mattina. Ridurre il numero dei cinghiali è il modo giusto per affrontare il problema. La natura da che mondo è mondo prevede che si tutelino degli equilibri. Quindi io ringrazio agricoltori, allevatori, cacciatori e pescatori che garantiscono la tutela di questi equilibri. Altrimenti facciamo il danno dell’animale stesso. Perché se c’è una sovrapposizione, si fa il danno dello stesso animale, sia questo il lupo o il cinghiale o il cervo. Il mondo deve stare in equilibrio. Vigiliamo anche in Europa perché nel nome dell’ideologia ambientalista non si vada a penalizzare l’agricoltura italiana. Perché oggi quando qualcuno ti vuole fregare mette l’aggettivo ‘green’ e poi ti porta via dei soldi”.

Secondo Francesca Zottis, consigliere regionale veneto del Pd presente al flash mob a Venezia, in accordo con gli esponenti leghisti, “La crescita incontrollata dei cinghiali è un’emergenza nazionale e quindi è tempo che la politica decida e agisca. L’approvazione in Parlamento della risoluzione presentata dal senatore Pd Taricco è un primo passo importante per affrontare in modo organico questo problema. Il Governo, come previsto dal documento, istituisca subito una cabina di regia con mondo agricolo, ambientalista e venatorio per arrivare a soluzioni condivise, con piani faunistici efficaci che permettano la coesistenza fra attività agricole, protezione ambientale e incremento della biodiversità – ha concluso Francesca Zottis – Ad oggi la situazione non è assolutamente gestita. La normativa nazionale sulla fauna selvatica va rivista ed è poi necessario accelerare le procedure sui rimborsi, riducendo la burocrazia”.

“È un fenomeno fuori controllo, che richiede un’immediata presa d’atto e, soprattutto, un piano di contenimento, con azioni semplici e sburocratizzate, per tutelare il territorio ed i cittadini”. Con queste parole il presidente provinciale di Coldiretti Vicenza, Martino Cerantola, commenta la proliferazione dei cinghiali nel Vicentino, in occasione del flash mob di Coldiretti Veneto organizzato giovedì a Venezia. Le stime di Coldiretti parlano di 90mila cinghiali che scorrazzano indisturbati dalla campagna fino in città.

Un’emergenza che ha fatto arrivare a Venezia gli agricoltori di Coldiretti da tutte le province, per denunciare un fenomeno incontrollato, che è diventato un problema di ordine pubblico e sicurezza. Per questo oggi in Piazzale Santa Lucia, gli agricoltori di Coldiretti Veneto hanno organizzato un flash mob “silente” per testimoniare lo stato in cui gli operatori agricoli ed i cittadini sono costretti ad affrontare l’invasione dei cinghiali, dalle campagne alle città.

Il fenomeno che lascia tutti “senza parole” è stato spiegato attraverso l’esposizione “muta” di grandi immagini con ritratti ettari di mais devastati, foto di incidenti stradali e di cinghiali che scorrazzano indisturbati nei centri residenziali, rovistando tra i cassonetti di rifiuti a ridosso delle abitazioni. Una situazione fuori controllo favorita dall’emergenza Covid, che con il lockdown ha lasciato campo libero ad intere colonie, che dagli spazi rurali si sono spinte alle aree urbane, arrivando sempre più vicine alle famiglie, nei parchi dove giocano i bambini o alle scuole.

Il dossier elaborato da Coldiretti evidenzia danni periziali per oltre un milione di euro, di cui liquidati poco più della metà. “Un importo assolutamente sottostimato – commenta Coldiretti Veneto – perché gli agricoltori, esasperati, hanno addirittura smesso di presentare le istanze. La questione non è solo agricola, ma coinvolge produttori, allevatori, residenti nei centri urbani, automobilisti, turisti, altre specie animali”. A sostenere la denuncia di Coldiretti più di 50 sindaci schierati con fascia tricolore a testimonianza di un impegno quotidiano di tutela del territorio.

Le richieste all’assessore al Territorio Cristiano Corazzari

All’assessore competente, Cristiano Corazzari, Coldiretti ha affidato alcune richieste urgenti: “Che Stato e Regioni facciano un gioco di squadra e operino in modo risoluto per rendere le misure di contenimento e controllo effettivamente efficaci, che gli agricoltori dotati delle necessarie autorizzazioni siano messi in condizione di essere effettivamente protagonisti delle azioni di contenimento, anche attraverso l’utilizzo di altri soggetti autorizzati, a partire dai cacciatori, per intervenire immediatamente sui propri fondi agricoli, Semplificare le procedure per l’attivazione di tutti gli interventi e messe in atto azioni per promuovere l’attività dei selecontrollori, che attraverso una modifica della legge nazionale, il coordinamento delle azioni sia affidata al Prefetto in quanto competente per la tutela dell’ordine pubblico e della sicurezza, che la delibera proposta alla Regione sia approvata in tempi rapidi e infine che il nuovo piano di controllo dei cinghiali contenga azioni semplici sburocratizzate, efficaci, efficienti, allargando la platea dei soggetti attuatori, con le risorse necessarie”.

“Siamo ad un bivio – ha concluso Cerantola – o subiamo l’invasione dei cinghiali o reagiamo fortemente. Leggi e provvedimenti ci sono: si applichino, usando il criterio della buona politica”.
A turno si sono alternati con dichiarazioni di appoggio il Presidente del Consiglio del Veneto Roberto Ciambetti ed i capi gruppo consiliari, ai quali Coldiretti ha consegnato il dossier su ‘L’assedio dei cinghiali in Veneto’.

di Redazione Altovicentinonline

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