Prima hanno lanciato da una finestra la capretta di pochi mesi poi, dopo averla raggiunta, uno di loro l’ha uccisa prendendola a calci alla testa. E’ accaduto, come riporta Il Messaggero, ad Anagni (Frosinone). A compiere il gesto un gruppo di adolescenti che aveva partecipato a una festa in un agriturismo e che ha filmato tutto postandolo sui social. Il proprietario della struttura ha denunciato l’episodio ai carabinieri che ora stanno esaminando le immagini per risalire all’identità degli autori dei video.
“Quanto accaduto alla capretta uccisa ad Anagni è una vera e propria azione criminale di giovani che, con estrema crudeltà, hanno agito con l’intento di far soffrire e uccidere un animale di pochi mesi che si era amichevolmente avvicinato loro”, ha dichiarato Bianca Boldrini, responsabile LAV per l’area Animali negli Allevamenti.
Il reato di maltrattamento di animali è punibile, ricorda la LAV, con la reclusione fino a 18 mesi, pena che in questo caso dovrà essere aumentata della metà per la morte dell’animale. Pertanto, LAV auspica che i responsabili vengano individuati e puniti con la pena massima, affinché venga dato il giusto peso a tali atrocità ed episodi simili non si ripetano più, soprattutto fra i giovani. Di “un gesto di pura, assoluta crudeltà, che merita di essere punito in proporzione alla gravità del fatto” parla Michela Vittoria Brambilla, presidente della Lega italiana per la Difesa degli Animali e dell’Ambiente (Leidaa). “Colpisce – aggiunge la deputata, che presiede l’Intergruppo parlamentare per i diritti degli animali e la tutela dell’ambiente – la totale assenza di empatia, la totale insensibilità di chi ha compiuto quest’azione del tutto immotivata, e quella di chi ha ripreso l’avvenimento come se la distruzione di una vita fosse uno spettacolo godibile. A maggior ragione il fatto colpisce perché si tratta di ragazzi molto giovani. Solo la famiglia e la scuola possono colmare le pesanti lacune educative che un tale comportamento evidenzia. Al Parlamento il compito di inasprire finalmente le pene per gli odiosi reati a danno degli animali. Spero che sia presto approvata la mia proposta di legge in tal senso, attualmente all’esame della commissione Giustizia della Camera. Se quel testo fosse già in vigore, i responsabili finirebbero in carcere e la diffusione del filmato su internet costituirebbe un’aggravante. In ogni caso – conclude – Leidaa presenterà denuncia e si costituirà parte civile se, come auspicabile, si arriverà a processo”.