Un bambino su 4 maltratta o uccide animali indifesi e i numeri sono in preoccupante aumento. Dati che fanno impressione, soprattutto se si considera che il fenomeno, ormai da decenni, non accenna a diminuire. Anzi.

A rivelarlo è una ricerca realizzata in collaborazione con le forze dell’ordine, che ha rivelato che “i minori che hanno maltrattato, abusato, ucciso o assistito a maltrattamenti nei confronti di animali sono il 27%, oltre uno su quattro, un dato che purtroppo visti gli ultimi fatti pare destinato ad aumentare”. Il 96% di queste persone è di sesso maschile, oltre un quarto sono minorenni.

Già nel 2016  spiegava Rossano Tozzi, soprintendente capo del Nirda, il Nucleo speciale che si occupa dei comportamenti illegali ai danni degli animali che i reati sugli animali erano di fatto dei reati spia e che spesso poi gli stessi autori si rendevano responsabili di reati maggiori  e di quei reati le vittime  umane sono donne nel 56% dei casi, minori nel 28%, anziani nel 3%, uomini nel 5%. Dai risultati delle indagini fatte a vari livelli in questi anni risulta che il 96% delle persone che compiono reati su animali sono uomini e di questi appunto il 27% minorenni.

Le motivazioni e le correlazioni dei comportamenti  dei ragazzi e dei minorenni nei confronti degli animali sono stati analizzati in passato anche da un analisi dell’associazione Link-Italia realizzata su 942 ‘Casi Link’, casi in cui ci sia una stretta correlazione fra maltrattamento e/o uccisione di animali e ogni altro comportamento violento, antisociale e criminale.

“Questi sono i dati statistici che abbiamo a disposizione – ha scritto in una nota l’associazione italiana difesa animali ed ambiente – Ma visti gli ultimi reati di minori contro gli animali possiamo assolutamente dire che sono in forte aumento i bambini, tra gli 8 ed i 12 anni che uccidono o maltrattano gravemente un animale come recentemente successo in provincia di Ragusa dove alcuni bambini hanno tagliato le orecchie a un cane randagio e pare non sia stata nemmeno la prima volta. Un aspetto di devianza sociale – ha concluso la nota AIDAA – che non va sottovalutato ne nascosto sotto il tappeto perchè come dicono le ricerche di fonti serie ed attendibili chi da piccolo fa del male agli animali spesso da grande fa del male anche agli umani per questo il fenomeno va denunciato e accuratamente preso in considerazione dalle forze dell’ordine e dagli assistenti sociali che sono chiamati in casi come questo ad intervenire immediatamente sia per salvare l’animale maltrattato che per riportare il bambino sulla retta via”.

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