Con il lancio del 6 gennaio scorso, il primo del 2025, la costellazione dei satelliti per l’internet globale Starlink ha aggiunto altri 24 satelliti ai 6.850 già in orbita e l’obiettivo dichiarato della SpaceX è arrivare a 12mila, con la possibilità di estendere la costellazione fino a 34.400 satelliti operativi. L’azienda di Elon Musk punta alla distribuzione capillare dei servizi di connessione in tutto il
mondo, a partire dai luoghi che oggi le telecomunicazioni via cavo non riescono a raggiungere.
I satelliti Starlink hanno dimensioni relativamente piccole: ognuno ha una massa compresa fra 220 e 295 chili e le dimensioni di 3,2 metri per 1,2, con uno spessore 20 centimetri. Sono operativi nell’orbita bassa, quella compresa fra 200 e duemila chilometri e attualmente assicurano la connessione in banda larga a oltre cento fra Paesi e aree del mondo compresa l’Italia.
Servizi Starlink sono attivi dal Canada ai Caraibi, dalle Filippine alla Mongolia e alla Nigeria. Prodotti negli stabilimenti della SpaceX a Redmond, nello Stato di Washington, i primi 60 Starlink sono stati lanciati nel maggio 2019 e da allora i lanci sono proseguiti a ritmo incalzante fino a portare in orbita una quantità mai vista di satelliti. Per l’azienda di Elon Musk è stato anche un crescendo di ricavi, fino agli 11,8 miliardi attesi per il 2025.
Nata per scopi commerciali, la costellazione Starlink è stata sperimentata fin dal 2019 anche per l’eventuale utilizzoper comunicazioni in ambito militare e dal 2022 esiste una sua versione militare, ben distinta da quella commerciale e chiamata Starshield, al servizio di agenzie governative e della Difesa.
Un’altra caratteristica di Starlink è di avere fatto da apripista a nuove gigantesche costellazioni di satelliti, impensabili fino a qualche anno fa: oggi stanno seguendo l’esempio di SpaceX costellazioni come OneWeb, China SatNet e Amazon Kuiper. L’Europa è al lavoro sulla costellazione Iris², acronimo di Infrastructure for Resilience, Interconnectivity and Security by Satellite, che ha in Italia uno dei suoi centri di controllo.
Si prepara un’orbita affollata che fin dal lancio dei primi Starlink ha sollevato le proteste degli astronomi di tutto il mondo: di fatto, le gigantesche costellazioni stanno rendendo impossibili le osservazioni.
