Un click d’autore per immortalare per sempre la nascita del figlio. Non la solita foto mossa, scattata da un partner ansioso e tremolante, ma un vero ritratto professionale dedicato ai momenti più intimi. E’ l’ultima moda lanciata in Usa e diventata in poco tempo un fenomeno sociale tra le neomamme. L’idea è nata in Texas e si è formalizzata nell’Associazione internazionale dei fotografi professionisti delle nascite. In poco tempo sono arrivati a oltre 400 i fotografi, sparsi nel Paese, specializzati nel ‘book’ per mamme e bebe’.

Liney Stones non è un medico, né un’infermiera o un’ostetrica, ma “una fotografa che immortala con la macchina un rito di passaggio per milioni di coppie”, racconta lei stessa al ‘New York Times’. “La nascita – prosegue – non è un evento meno significativo di un matrimonio. Anche se effettivamente, per noi, la sala parto è un po’ più complicata da ‘catturare’ su pellicola. All’inizio di questa nuova avventura lavorativa, quando le persone mi chiamavano per un reportage dedicato all’arrivo del figlio, ero scettica. Ora non più”. Infatti, oggi l’attività sembra decollata. E anche i prezzi, che possono arrivare fino a quasi 2 mila dollari. I fotografi, nel momento ‘clou’, si posizionano di solito vicino alla testa della partoriente, ma le mamme spesso richiedono anche scatti ‘panoramici’.
I professionisti dello foto in sala parto spiegano il boom del fenomeno con “l’aumento di interesse per l’esperienza del parto e il desiderio dei neogenitori di catturare tutti i momenti della nuova vita fin dall’inizio, magari condividendoli sui social network più diffusi”. Sul mercato si possono trovare pacchetti di reportage offerti con una miriade di opzioni: dalla gravidanza alla nascita ai primi giorni della nuova famiglia. La nuova moda ha vinto anche i frequenti divieti vigenti in molti ospedali americani, che non autorizzano l’uso di macchine fotografiche e videocamere in sala parto. “Le regole nei reparti sono piuttosto semplici – afferma Jacques Moritz, direttore della ginecologia al San Luke’s-Roosevelt Hospital Center di Manhattan – è vietato fare foto e video da vicino in sala operatoria o immagini dei medici e infermieri impegnati nel parto. Anche se poi alcuni colleghi ufficiosamente – sottolinea – possono impostare altre regole consentendo ai ‘fotografi delle nascite’ di essere presenti durante i cesarei”. Secondo Randi Hutter Epstein, autore di ‘Get Me Out: A History of Childbirth from the garden od Eden to the Sperm bank’, “ci sono molti spunti culturali dietro il bisogno femminile di immortalare la nascita in un album fotografico. Ad esempio, la necessità di custodire l’esperienza e di promuoverla con amici, conoscenti e parenti, come una cosa molto bella. Ci sono donne – conclude – che il giorno dopo il parto si fanno fotografare, in jeans stretti e con un atteggiamento molto riposato, per imitare le pose delle star internazionali sulle riviste di moda”. (adnkronos)

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