Nel mondo dell’enogastronomia i premi contano. Influenzano vendite, visibilità e reputazione. Ma cosa accade quando si insinua il dubbio che i riconoscimenti più ambiti – come i Tre Bicchieri del Gambero Rosso – non siano solo il frutto del merito, ma anche di dinamiche commerciali e visibilità pagata? A sollevare la questione è stata la trasmissione Report, con l’inchiesta “In vino non veritas”, andata in onda il 30 giugno 2025. Una puntata destinata a far rumore, dentro e fuori dal bicchiere. Il giornalista Bernardo Iovene ha ricostruito presunti meccanismi poco trasparenti legati alla celebre guida del Gambero Rosso.

L’accusa? Alcuni premi – tra cui l’ambitissimo Tre Bicchieri – verrebbero assegnati a cantine che, parallelamente, sottoscrivono pacchetti promozionali, sponsorizzazioni o inserzioni pubblicitarie sui canali editoriali del gruppo. Un cortocircuito – se confermato – che metterebbe in crisi l’indipendenza editoriale del sistema valutativo più noto del settore vino in Italia. Il caso citato è quello di alcune etichette premiate che figurano anche tra gli sponsor di eventi legati alla guida, o in pubblicazioni promozionali firmate dalla stessa casa editrice. Le parole di produttori e operatori, spesso in forma anonima, lasciano emergere una percezione diffusa: chi non investe in visibilità, rischia di non entrare in guida. La risposta non si è fatta attendere. In un comunicato ufficiale e in una dettagliata intervista a Dissapore, il Gambero Rosso ha difeso con decisione la trasparenza del proprio metodo: le degustazioni avvengono alla cieca, con una commissione di circa 60 esperti distribuiti sul territorio nazionale. Il database supera i 25.000 campioni l’anno, selezionati con criteri qualitativi, non pubblicitari. I pacchetti promozionali acquistati dalle cantine (che comprendono eventi, interviste, inserti) non sono condizione necessaria per ottenere premi, ma strumenti facoltativi di visibilità. Inoltre, l’azienda – quotata in borsa – sottolinea che tutti i bilanci sono pubblici, e che l’editore non ha mai avuto ruoli nelle degustazioni. “Le guide sono un progetto editoriale autonomo – ribadiscono – non influenzato dal comparto commerciale.” L’episodio ha avuto risonanza immediata in tutto il settore. Perché Gambero Rosso non è solo un marchio editoriale: è un’autorità. Il simbolo dei Tre Bicchieri è stato, negli ultimi 30 anni, sinonimo di eccellenza enologica. Sottoporlo a critica pubblica è come mettere in discussione le stelle Michelin per la ristorazione. Eppure, la domanda resta legittima: possono coesistere premi editoriali e dinamiche promozionali senza contaminarsi reciprocamente? La risposta non è semplice. Come in ogni sistema che unisce valutazione, comunicazione e mercato, serve un equilibrio sottile. L’inchiesta ha il merito di aver costretto tutti – addetti ai lavori, consumatori, giornalisti – a riflettere su questa linea di confine. Se da un lato Report ha annunciato di essere pronta a difendere il proprio lavoro con eventuali prove legali, dall’altro il Gambero Rosso ha già anticipato una serie di misure di rafforzamento della trasparenza: maggiore chiarezza tra contenuti editoriali e contenuti sponsorizzati, aggiornamento del codice etico interno, rinnovato impegno per garantire l’indipendenza della redazione delle guide. Nel frattempo, nel mondo del vino, i produttori si interrogano. E i consumatori pure. Perché la credibilità di una guida non si costruisce solo sulle degustazioni, ma sul patto di fiducia tra chi valuta e chi viene valutato. L’inchiesta di Report arriva in un momento delicato per il mondo enogastronomico. Dopo anni di ascesa, la critica di settore è chiamata a fare i conti con una nuova esigenza di autenticità e trasparenza. I premi non possono più essere percepiti come frutto di relazioni, ma come risultato di talento, lavoro e qualità effettiva. In questo scenario, il caso Gambero Rosso potrebbe diventare un’opportunità di riforma e rilancio, se accolto come stimolo e non come attacco. Perché se è vero che oggi le guide influenzano i consumi, è altrettanto vero che il consumatore è più informato, critico e consapevole. E soprattutto, non si accontenta più dei voti: vuole sapere come e perché sono stati dati.

V.R.

Fonte: “Report e i retroscena del Gambero Rosso: premi, sponsor e trasparenza”, FoodCulture – Tiscali.it, 1 luglio 2025

Ti è piaciuto questo articolo? Condividilo su:
Stampa questa notizia