Non capita tutti i giorni di servire un pranzo a una delle famiglie più riservate e influenti d’Europa. E ancor più raro è che, a distanza di poche ore, se ne possa conoscere l’intero menu. Ma è successo, e non a Parigi, né a Gstaad. È successo in Veneto, tra gli ulivi e le colline di Lapio di Arcugnano, nella storica Trattoria Zamboni.

Ospiti d’eccezione, in incognito ma riconosciuti con rispetto e discrezione, sono stati i discendenti di Thierry Hermès, fondatore dell’omonima maison del lusso francese. Un pranzo silenzioso, elegante, autentico. E ora anche documentato: il menu ufficiale è stato reso pubblico, e racconta molto più di una semplice esperienza gastronomica. A raccontare l’incontro è la stessa famiglia Zamboni – con Giuseppe, Giorgio e Susi in cucina, Lucia e Oreste in sala – che ha affidato a un post sobrio ma emozionato il resoconto di una giornata speciale:

«È stato un onore ospitare la famiglia Hermès per un pranzo che non dimenticheremo. Abbiamo preparato ogni dettaglio con cura, ispirandoci al loro iconico arancione. Un grazie sentito per aver scelto la nostra trattoria.» Per l’occasione, la sala è stata allestita con classe e attenzione al simbolo cromatico più riconoscibile della maison: l’arancione Hermès, declinato nei tovaglioli, nei fiori e nei piccoli dettagli della tavola. Nulla di appariscente, ma tutto estremamente curato. Abbiamo telefonato a Sonia Tereran, che segue l’amministrazione, il marketing e l’organizzazione eventi per la Trattoria Zamboni, e ci ha raccontato il menù servito il 5 giugno 2025 alla famiglia Hermès. Al centro tavola: prosciutto crudo veneto, soppressa nostrana, insalata di asparagi con scaglie di grana e crostini di pane.  Strudel di carote e zucchine su fonduta leggera di formaggio Gran Pennar di montagna, fagianella arrosto con contorno di patate e zucchine. Infine, zuppa di ciliegie di Castegnero e gelato alla cannella.

In abbinamento, una selezione curata di vini locali: Durello dell’Azienda Agricola Cecchin per l’aperitivo, Sauvignon dell’Azienda Chiesa Vecchia e Tai Rosso dell’Azienda Portinari con le portate principali.

Una cucina essenziale e profondamente identitaria, che ha emozionato anche chi è abituato ai riflettori dell’alta moda. Il silenzio scelto dalla famiglia Hermès per questa visita – nessuna foto, nessuna dichiarazione – è stato accolto con discrezione e rispetto. «Rispettiamo la loro volontà di restare lontani dai riflettori. Per noi, è stato sufficiente averli a tavola», affermano i Zamboni. Intanto, in molti si interrogano se la loro presenza nel Vicentino sia casuale. Proprio in questi giorni, il gruppo Prada ha investito nel distretto conciario di Trissino, e Hermès ha annunciato l’apertura di nuovi stabilimenti produttivi nei prossimi anni. Il Veneto, con la sua qualità artigianale e la sua cultura del fare, è sempre più al centro delle rotte del lusso europeo. Fondata nel 1837, la maison Hermès ha attraversato oltre due secoli di storia diventando simbolo globale di stile, artigianalità e raffinatezza. Le borse Kelly e Birkin ne sono solo la punta dell’iceberg: dietro, c’è una filosofia che riconosce e cerca l’eccellenza ovunque si trovi. Anche, evidentemente, su una collina vicentina dove la tradizione ha ancora il profumo del pane caldo e delle ciliegie cotte lentamente. Un pranzo senza foto, ma con un messaggio fortissimo: l’identità vale più dell’apparenza. E l’eccellenza si riconosce, senza bisogno di proclami.

Valentina Ruzza

Ph: autorizzazione da parte di Sonia Tereran(che segue l’amministrazione e marketing ed eventi per la Trattoria Zamboni)

 

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