LA MAMMOGRAFIA CON TOMOSINTESI

I programmi di screening, per la prevenzione e la diagnosi dei tumori al seno, eseguiti negli ultimi 30 anni e basati sulla sola mammografia, hanno ridotto la mortalità per questa tipologia di cancro di circa il 40% (Fonte IARC: https://www.iarc.fr/en/media-centre/pr/2015/pdfs/pr234_E.pdf). Attualmente, la mammografia è l’unica tecnica diagnostica in grado di visualizzare in modo semplice e preciso tutta la mammella.

 

Esiste solo la mammografia?
Da alcuni anni sono entrate in uso nuove apparecchiature che acquisiscono la Mammografia con la tecnica di Tomosintesi, ovvero una tecnica di imaging tridimensionale che permette di ricostruire una stratigrafia della mammella a partire da un numero finito di proiezioni bidimensionali. In fase di progettazione di questo nuovo mammografo, si è tenuto conto delle esigenze delle pazienti e l’aspetto dosimetrico è stato affrontato con la maggiore attenzione possibile.

I Poliambulatori San Gaetano si sono recentemente dotati di mammografo Hologic Selenia Dimension System 3D.

 

Quali sono i vantaggi rispetto alla Mammografia tradizionale?

La natura bidimensionale dello studio mammografico, provoca inevitabilmente la sovrapposizione del tessuto mammario, causando due principali problemi: il tessuto ghiandolare denso localizzato sopra o sotto una lesione di interesse riduce la visibilità della lesione stessa (riducendo la sensitività), oppure due o più addensamenti di tessuto separati tra loro solo verticalmente possono apparire come la proiezione di una lesione di interesse (riducendo la specificità).

Questi due fenomeni potrebbero alterare l’esito corretto della valutazione di una mammografia, soprattutto in quelle di pazienti con seni densi, ossia ad alto contenuto ghiandolare.
La Tomosintesi è in grado di superare questi due problemi aumentando la resa diagnostica.

 

Ci sono dei pericoli nell’esecuzione della Mammografia con Tomosintesi?

Capita molto spesso che le pazienti nutrano dubbi sulla “pericolosità” della mammografia. Sebbene la dose di radiazioni erogata durante un esame di Tomosintesi sia maggiore rispetto a un esame mammografico standard (2D), la dose per ogni singola proiezioone acquisita rimane comunque inferiore ai 10 mGy (DLgl 187/2000 allegato II LDR – livelli diagnostici di riferimento).
Inoltre il vantaggio in termini diagnostici giustifica l’uso di questa metodica per la valutazione del seno.

 

E per quanto riguarda il dolore?

Come sappiamo, ogni donna è sensibile al dolore in maniera differente; per alcune donne la Mammografia risulta essere dolorosa, per altre no. Va segnalato che il dolore si risolve in pochi secondi e non costituisce alcun danno alla mammella. La compressione effettuata dal Mammografo è necessaria per ridurre lo spessore della mammella e avere immagini diagnostiche di buona qualità.  Il Mammografo Hologic assicura un maggiore comfort in fase di acquisizione delle immagini rispetto a quella di una Mammografia 2D, lasciando il seno in compressione il minor tempo possibile (l’acquisizione in Tomosintesi dura meno di 4 secondi).

 

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