Lo sciopero della fame dell’anarchico Alfredo Cospito e la detenzione  del superboss Matteo Messina Denaro,  malato terminale di cancro  hanno riacceso i riflettori sul regime del 41-bis, il cosiddetto carcere duro. Nonostante le mobilitazioni di politici e intellettuali il Governo ha chiarito di non voler arretrare, anche per riaffermare la linea dura contro gli attacchi degli anarchici che chiedono la liberazione di Cospito. Ma che cosa è e in cosa consiste il 41-bis?

COME NASCE IL 41-BIS

Partiamo dal nome: 41-bis è l’articolo della legge sulle norme dell’ordinamento penitenziario e sull’esecuzione delle misure privative e limitative della libertà. La legge è la 354/1975, ma il 41-bis è stato aggiunto dal primo comma dell’articolo 10 della legge 663/1986, detta anche legge Gozzini. Le finalità della norma erano quelle di valorizzare l’aspetto rieducativo rispetto a quello punitivo della carcerazione. Ma il provvedimento più importante è certamente quello del 41-bis che ha introdotto il carcere duro.

Il nuovo regime nasceva per essere applicato in situazioni di emergenza, in particolare “in casi eccezionali di rivolta” per la necessità di “ripristinare l’ordine e la sicurezza”. Per questo, il comma 1 dell’articolo 41-bis esplicitava che il cosiddetto carcere duro “ha la durata strettamente necessaria al conseguimento del fine suddetto”.

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