La metà degli italiani (50%) ha deciso di ridurre o rinunciare all’uso del forno elettrico mentre il 35% ha tagliato l’utilizzo dei fornelli a gas per contenere i  consumi energetici e pagare meno in bolletta in un momento di grave crisi economica per le famiglie e di incertezza per il futuro. È quanto emerge dal primo rapporto Coldiretti/Censis “Gli italiani e il cibo nelle crisi e oltre”.

Ma i tagli tra le mura domestiche non finiscono qui. Ben il 55% degli italiani – secondo l’indagine – dichiara di ridurre l’uso dei termosifoni o stufe elettriche, per tenere sotto controllo la spesa per il riscaldamento. Oltre alla cucina e al riscaldamento si fa comunque più attenzione all’intera gestione casalinga della vita quotidiana, dall’uso del ferro da stiro, diminuito dal 45% dei cittadini, all’asciugacapelli, cui ha rinunciato il 33%. Ma oltre a vestiti stirati e messa in piega si taglia anche sulla pulizia di casa, con il 38% che utilizza di meno l’aspirapolvere e il 40% che cerca di fare a meno persino della lavatrice.

Nonostante un 2022 che si classifica fino ad ora in Italia come l’anno più caldo di sempre, con una temperatura superiore di +1,07 gradi rispetto alla media storica, c’è poi un 47% di italiani che ha rinunciato nel possibile a fare ricorso addirittura al condizionatore.

“La punta dell’iceberg della situazione di difficoltà del Paese sono le quasi 3 milioni di persone costrette a chiedere aiuto per mangiare con la consegna di pacchi alimentari in dono o nelle mense di carità diffuse lungo tutta la Penisola”, ha affermato il presidente della Coldiretti Ettore Prandini, nell’evidenziare un aumento del 12% nell’ultimo anno secondo i dati del rapporto 2022 del Fondo per l’aiuto europeo agli indigenti (Fead).

“Contro la povertà è cresciuta anche la solidarietà – continua Prandini – che si è estesa dalle organizzazioni di volontariato alle imprese e ai singoli cittadini a partire dall’esperienza della Spesa sospesa di Campagna Amica attraverso la quale abbiano voluto dare un segno tangibile della solidarietà degli agricoltori verso le fasce più deboli della popolazione più colpite dalle difficoltà economiche con la donazione di oltre 6 milioni di chili di cibo e bevande di alta qualità”.

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