In piena emergenza coronavrus si fanno notare alcune piaghe del ‘sistema Italia’ e una, molto profonda, riguarda “la mancanza di ammortizzatori sociali per i dipendenti delle Ipab per l’infanzia, che sono a casa da fine febbraio”.

Elena Donazzan, assessore regionale al Lavoro, propone per porre rimedio e dare sollievo economico a queste figure professionali, di attingere ai fondi della programmazione regionale Fse.

“Un assegno straordinario ad hoc, attingendo ai fondi della programmazione regionale Fse, per garantire una forma di ammortizzatore sociale anche i dipendenti delle Ipab per l’infanzia, a casa da fine febbraio a causa dell’emergenza Coronavirus”, è l’ipotesi allo studio dell’assessore regionale al lavoro e alla scuola, Elena Donazzan.

D’intesa con la collega alla Sanità e al Sociale Manuela Lanzarin, la titolare delle politiche per il Lavoro ha incaricato la Direzione dell’Area Capitale Umano-Cultura della Regione Veneto di quantificare le risorse non ancora impegnate ed utilizzate del Fondo Sociale Europeo e di studiarne il reindirizzo a favore di educatori, educatrici e personale di servizio delle Ipab, che gestiscono servizi per l’infanzia. Sono una cinquantina in Veneto le Istituzioni Pubbliche di Assistenza e di Beneficenza, che offrono asili nido, scuole d’infanzia, servizi educativi per bambini e adolescenti.

“Gli ammortizzatori sociali in deroga introdotti dal governo non coprono molte categorie di lavoratori colpite dalle sospensioni, e tra questi i dipendenti delle scuole paritarie gestite da Ipab – ha spiegato Elena  Donazzan – Il decreto-legge, che in queste ore è in fase di conversione in legge in Parlamento e per il quale ho chiesto un aumento delle risorse assegnate al Veneto, anche alla luce dell’introduzione anticipata di alcune limitazioni alle attività economiche a causa dell’emergenza covid-19 avvenuta nella nostra regione, non contempla questa categoria di lavoratori. Nonostante l’avvenuto recepimento di alcune modifiche, legate alla peculiarità del nostro tessuto economico e sociale e rappresentate in sede di Conferenza Stato-Regioni dal vicepresidente Forcolin – ha continuato l’assessore – il decreto-legge governativo lascia di fatto scoperti dagli ammortizzatori sociali molti soggetti. Se da un lato il Veneto è riuscito ad ottenere l’equiparazione di datore di lavoro privato per gli enti religiosi così come per gli enti della formazione professionale, dall’altro il decreto non tiene conto dei lavoratori dei servizi per l’infanzia dipendenti da un ente di diritto pubblico, come le Ipab. Una ricchezza culturale frutto della generosità delle genti venete, spesso di tradizione secolare, si trova esclusa da ogni misura di sostegno: trovo ingiusto e inaccettabile che, a parità di mansioni e di contratto, ai dipendenti delle Ipab per l’infanzia non siano riconosciuti gli ammortizzatori. Per questo ho proposto che si studi una riprogrammazione dei fondi europei non ancora utilizzati per creare un ammortizzatore in deroga regionale ad hoc per questi lavoratori, in modo da venir incontro alle tante sollecitazioni ricevute da parte dei sindaci, delle IPAB e dalla stessa Federazione Italiana delle Scuole Materne (Fism). In Veneto 4 bambini su 10 in età 0-6 anni frequentano un nido o una materna paritaria – ha concluso l’assessore regionale – Si tratta di un servizio educativo pari a quello erogato dal pubblico, e che lo Stato sostiene solo in minima parte. Non possiamo pensare di penalizzare una parte così importante di una realtà vitale per il territorio, per le famiglie e le imprese del Veneto”.

 

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