Sta facendo discutere la svolta di Maria Sofia Federico, ex allieva del reality di Rai 2 ‘Il Collegio’, che dall’inizio di quest’anno è entrata nel mondo del porno. L’influencer, già attiva su OnlyFans, ha compiuto 18 anni lo scorso gennaio ed ora è riuscita ad aggiudicarsi un posto nella Siffredi Academy, la scuola ideata da Rocco Siffredi dedicata ai film per adulti. Maria Sofia è stata selezionata insieme ad altre 11 colleghe di OnlyFans per partecipare ad un corso speciale di una settimana riservato alle donne. “Non vedo l’ora di partecipare a questa splendida iniziativa”, aveva dichiarato Maria Sofia. Ma cosa ne pensano i genitori?
“Sia io che mia moglie non stiamo per nulla bene. Siamo collassati”. Queste le parole di Luca Federico, il padre di Maria Sofia, che ha commentato la scelta della figlia in un’intervista a La Zanzara. L’uomo ha raccontato che lo stesso Rocco Siffredi ha voluto parlare con i genitori prima di prendere la figlia nella sua scuola. “Lo reputo una persona corretta e mi ha detto se tu non sei d’accordo, io non prendo tua figlia”. Alla fine Luca ha scelto il “male minore. Se non andava dal signor Siffredi, poteva fare qualcosa di peggiore“. Tuttavia, “il porno l’ho visto e mi è piaciuto, ma quando si tratta di mia figlia mi fa male“, ha spiegato. “Spero che le persone che abbiano fatto dei video con mia figlia non l’abbiano plagiata, spero solo questo. Vedere però dei quarantenni con lei non mi piace, ha pur sempre 18 anni e 3 mesi”.. Luca Federico ha poi ammesso di aver usufruito di escort in gioventù, “però ritengo che Sofia abbia fatto una scelta non incline con la vita che potrebbe vivere tranquillamente”.
LA REPLICA DI MARIA SOFIA: ‘IPOCRISIA RARA’
Non è tardata ad arrivare la replica di Maria Sofia, che in un post su Instagram ha criticato le parole del padre. “Alla Zanzara ha detto di essere stato fruitore di porno da giovane e di essere anche andato da delle escort, ma non riesce a fare pace con la realtà che io faccio la stessa cosa. Questo mi mette tanto rammarico perché indica che la nostra categoria è lo zimbello di tutti anche se poi quei tutti ci sfruttano per piacere, ed è segno di un’ipocrisia rara. Una persona risolta è in grado di cogliere questa contraddizione e affrontarla in terapia, evitando di scaricare la propria rabbia e la propria incomprensione su una figlia per cui dovrebbe rappresentare un modello di riferimento nonché una figura con cui dialogare per crescere assieme senza pregiudizio. Quindi alla sua domanda, condivisa da mia madre, ‘non volevi cambiare il mondo?’ io rispondo che non c’è nulla di più rivoluzionario che cogliere la profonda incoerenza di queste reazioni collettive e denunciarla continuando a essere me stessa in libertà”.