“La Guardia di Finanza ha scoperto 101 boss e mafiosi vari, appartenenti alla ‘ndrangheta, percettori del reddito di cittadinanza. Fratelli d’Italia aveva presentato un emendamento, puntualmente bocciato dal Governo Conte, per impedire che i condannati a pene superiori ai due anni potessero ottenere la paghetta di Stato. Conte e compagni hanno dimostrato in ogni occasione di essere aperti alle proposte dell’opposizione solo a chiacchiere, dimostrando un atteggiamento sbagliato e irrispettoso della democrazia, puntualmente ripetuto anche nella gestione demagogica della sanatoria dei clandestini, dove nessuna delle nostre indicazioni è stata presa in considerazione. Le conseguenze dell’aver regalato 600mila cittadinanze ad immigrati, presenti in Italia illegalmente, rischiano di pagarle gli italiani, così come ora i cittadini stanno pagando il reddito di delinquenza ai mafiosi per colpa della inadeguatezza di questo Governo”.

La denuncia è dell’onorevole  Maria Cristina Caretta, deputata di Fratelli d’Italia, dopo la notizia sull’inchiesta scottante delle Fiamme Gialle.

L’inchiesta

Nella rete dei finanzieri sono finiti elementi di spicco delle cosche di Gioia Tauro o delle ‘ndrine reggine dei Tegano e Serraino ma anche capibastone della Locride appartenenti ai Commisso-Rumbo-Figliomeni di Siderno, Cordì di Locri, Manno-Maiolo di Caulonia e D’Agostino di Canolo. Tutti sono stati segnalati all’Inps per l’avvio del procedimento di revoca dei benefici ottenuti e il recupero di somme già elargite per circa 516 mila euro. L’erogazione del sussidio avrebbe comportato fino al termine del periodo di concessione previsto un ulteriore esborso per 470 mila euro.

Le indagini svolte dai finanzieri hanno inizialmente interessato una platea di oltre 500 soggetti gravati da pesanti condanne passate in giudicato, per reati riferibili ad associazione di stampo mafioso e hanno interessato le Procure di Reggio Calabria, Locri, Palmi, Vibo Valentia e Verbania. I boss e gregari individuati risultano essere organici alle maggiori cosche della provincia di Reggio Calabria con diramazioni anche in altre realtà del Paese e ruoli gerarchici diversificati all’interno delle loro consorterie.

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