di Andrea Nardello
Lasciateci lavorare.
Questo il “grido” che si legge da alcuni giorni sulla locandina postata sui social e sui principali canali di messaggeria istantanea.
Si sono autogestiti l’organizzazione di un flash mob gli Imprenditori Veneti di varie categorie economiche e professionali.
È la sofferenza di partite IVA, imprenditori, professionisti, commercianti, industriali che non hanno dal governo le rassicurazioni e le risposte sul proprio futuro lavorativo.
Il tam tam ha raggiunto un livello tale di divulgazione che ha spinto il Prefetto di Vicenza a inviare una nota alla stampa nella quale riporta dei passaggi molto umani ma al contempo di ferma volontà nel “dover” far rispettare quanto la legge impone in questo periodo di emergenza.
Non è difficile leggere in questa azione spontanea rimbalzata sulle pagine social di tanti imprenditori, molti addirittura dirigenti di associazioni di categoria, il senso di abbandono che viene vissuto da chi crea lavoro, ricchezza ma soprattutto in questo momento, sopravvivenza.
Si sono dovuti organizzare da soli, rimboccandosi le maniche e facendo in modo che il passaparola diventasse virale. Sì da soli; è chiaro che se questo accade è perché agli imprenditori veneti manca la rappresentanza che non concretizza gli annunci minacciosi seguiti dal nulla e che siede ai tavoli di confronto, ma non agisce.
Come si può condannare una scelta dettata dalla disperazione nel non vedersi riconosciuti, nel veder sbandierate tante promesse che puntualmente vengono disattese dalla mancanza dei fatti?
Finanziamenti che in due giorni dovevano arrivare nei conti correnti, ma che sono finiti nella burocrazia delle banche.
Elemosina di 600 € che a qualcuno è arrivata ma che stima il valore di una partita IVA meno di un percettore del reddito di cittadinanza.
In tutto questo cosa fanno le associazioni di categoria? Spingono sull’acceleratore nel chiedere l’aumento delle quote dei confidi che diventano fattore chiave per l’erogazione di altri finanziamenti che le banche inesorabilmente utilizzeranno per rinegoziare un debito garantendosi la garanzia dello stato.
Queste manifestazioni sono dettate da un senso di abbandono di chi non trova più una rappresentanza politica e categoriale e quindi si attiva per arrivare a far vedere ciò che le stanze governative sembrano proprio non comprendere che esista: Persone disperate che chiedono solo di poter tornare a lavorare, in sicurezza ma a lavorare.
Il testo della nota del Prefetto:
Si è venuti a conoscenza dell’organizzazione di una Si è venuti a conoscenza dell’organizzazione di una pubblica manifestazione organizzata nelle piazze principali delle città da parte di alcuni “Imprenditori del Veneto”, che hanno invitato liberi professionisti, artigiani, commercianti, e industriali a partecipare ad un flash mob il prossimo 1° maggio alle ore ore 11.00 per chiedere “a gran voce al Governo di lasciarci lavorare”, come da volantino accluso che circola su canali di messaggeria istantanea e social.
Al riguardo, si desidera evidenziare che la Prefettura ha attivato diversi tavoli di ascolto, di dialogo e di confronto con gli attori istituzionali, i rappresentanti territoriali delle categorie produttive e delle parti sociali per poter valutare con attenzione le ricadute dell’attuale congiuntura, il correlato disagio di famiglie e imprese e le conseguenti tensioni sociali, al fine di intercettare al meglio i bisogni della comunità territoriale ed ogni segnale di possibile disgregazione del tessuto sociale ed economico, con particolare riguardo alle esigenze delle categorie più deboli.
Quanto precede ha portato alla piena consapevolezza dell’esistenza, anche in questo contesto provinciale, di comprensibili elementi di tensione dovuti per un verso alla crisi di liquidità di famiglie ed imprese e, per un altro verso, alle incerte prospettive della ripresa economica all’interno di un contesto di non facile soluzione e gestione in ragione delle evidenti esigenze di salute pubblica che impongono una ponderata gradualità nell’allentamento delle misure di contenimento.
Le ansie, le aspettative, le istanze, la disperazione e gli obiettivi attesi di questo territorio e dei suoi attori sociali ed economici, sono oggetto di continua rappresentazione da parte della Prefettura nei confronti degli organi del Governo nazionale, per portare a conoscenza il decisore pubblico di ogni possibile elemento atto a ponderare le scelte di politica economica, sociale e sanitaria, ancor di più in queste fasi di blocco delle attività produttive e commerciali che fanno sentire il peso grave delle proprie conseguenze dovute allo scenario pandemico che abbiamo vissuto e stiamo ancora vivendo.
Questo canale di interlocuzione con il Governo è e rimane aperto, attraverso l’opera solerte dei Sindaci, delle Associazioni di Categoria e dei Sindacati che continuamente portano all’attenzione dello scrivente i temi e le istanze di cui si discute, sui quali viene sempre assicurata la propria massima, sensibile attenzione.
Ciò premesso, la manifestazione preannunciata per il 1° maggio prossimo, come quelle consimili che ancora fossero in programma, suscitano grave imbarazzo in questa Rappresentanza territoriale del Governo poiché consistono, senza mezzi termini, in un’attività contra legem.
Inequivocabilmente si tratta di un’iniziativa che pur quando fosse rispettosa del distanziamento sociale, determinerebbe inevitabilmente assembramento e sarebbe per questo soggetta a contravvenzione amministrativa. Violerebbe, inoltre, il divieto di manifestazioni pubbliche e sarebbe, per questo, soggetta ad un ulteriore contravvenzione amministrativa. Inoltre violerebbe la normativa in tema di preavviso di pubblica manifestazione, comportando addirittura sanzioni di ordine penale.
Dunque, pur con molto dispiacere, le Forze di Polizia, nel caso dello svolgimento della manifestazione in parola dovrebbero procedere contestando le violazioni prima dette, cosa di cui si farebbe con piacere a meno.
Per questa ragione, per rispetto degli enormi sacrifici, sforzi e sofferenze fin qui patite da tutti, per rispetto di coloro che lavorano in prima linea nelle strutture ospedaliere e nelle case di riposo e fronteggiano ogni giorno le conseguenze sanitarie della gravissima emergenza pandemica che stiamo vivendo, per rispetto di chi a causa del Covid-19 ha sofferto il dramma della perdita di persone care, chiedo a tutti di essere responsabili e continuare a rispettare gli obblighi imposti, sapendo che tutto quello che viene fatto serve a garantire la salute pubblica.
Dunque, si invita con cortesia a non svolgere la manifestazione di cui si discute, evidenziando che non sarebbe giusto che le legittime istanze degli operatori economici si esprimano in forme di rappresentazione che contravvengono platealmente a specifiche disposizioni normative poste nell’interesse pubblico.
Esistono e sono già in opera tutti i canali di dialettica ed interlocuzione politica ed istituzionale per assicurare la giusta rappresentazione a livello nazionale degli interessi delle categorie che vorrebbero prendere parte alla manifestazione del 1° maggio.
Il Prefetto assicura che continuerà a farsi carico di svolgere la propria parte segnalando al Governo nazionale le aspettative e le problematiche degli operatori economici coinvolti.