Colpevoli del caporalato, ad un certo punti, lo siamo tutti. Soprattutto gli acquirenti dei discount, che acquistano prodotti a prezzi stracciatissimi che il negozio può applicare dopo aver acquistato la materia prima ad aste al ribasso. Ma talmente al ribasso, da rendere insostenibile il costo da parte di produttori e trasformatori.

Secondo quanto denunciato dall’associazione ‘Terra!’, la catena Eurospin avrebbe acquisito 20 milioni di bottiglie di passata di pomodoro a 31,5 centesimi l’una, grazie ad un’asta a doppio ribasso.

Un fatto che ha messo ‘in ginocchio’ i produttori e che inevitabilmente si ripercuote sulle condizioni di lavoro. Eurospin, dal suo canto, ha risposto lasciando intendere che questo sistema di lavoro nasce semplicemente dalla necessità di competere, lasciando interdetti gli operatori del settore.

“Noi non vogliamo giocare la nostra reputazione – hanno spiegato da Eurospin a Gdo Week – facciamo il nostro mestiere in un mondo che ci obbliga a correre veloci ed è sempre più competitivo. E poi il mercato a volte è cattivo e tutti si devono adeguare e trovare strade nuove, un fatto certo non semplice”.

L’asta al ribasso consiste nell’assegnare il contratto di fornitura all’azienda che dopo 2 gare propone il prezzo più basso. La conseguenza è che si arriva a prezzi sottocosto, parecchio sottocosto, che riguardano merce che deve ancora essere prodotta.

Così facendo, il prezzo del pomodoro è stabilito dalle catene low cost, che offrono prodotti a prezzi più bassi, imponendo ai produttori parametri con margini ridottissimi.

Una lotta tra poveri, dove a vincere è solo la grande distribuzione.

La pratica di appaltare con aste a doppio ribasso impoverisce l’intera filiera agroalimentare, che spesso si rivolge a manodopera a bassissimo costo e senza regole dove vige lo sfruttamento.

A.B.

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