“Quando si acquista una passata al supermercato si paga più per la bottiglia che per il pomodoro contenuto”.

L’allarme arriva da Coldiretti Vicenza, il cui presidente Martino Cerantola con il direttore Roberto Palù spingono oltre e accusano il processo di distribuzione: “E’ vergognoso che si paghi di più l’imballo del prodotto frutto del lavoro dei nostri agricoltori”.

L’analisi di Coldiretti sui costi di produzione evidenzia una preoccupante distorsione. “In una bottiglia di passata di pomodoro da 700 ml in vendita mediamente a 1,30 euro oltre la metà del valore (53%) è il margine della distribuzione commerciale con le promozioni, il 18% sono i costi di produzione industriali, il 10% è il costo della bottiglia, l’8% è il valore riconosciuto al pomodoro, il 6% ai trasporti, il 3% al tappo ed all’etichetta ed il 2% per la pubblicità – spiegano Cerantola e Palù – Esiste un evidente squilibrio nella distribuzione del valore lungo la filiera, favorito  da pratiche commerciali sleali come i casi di aste capestro online al doppio ribasso, che strangolano gli agricoltori con prezzi al di sotto dei costi di produzione, nonostante il codice etico firmato l’anno scorso fra il ministero delle Politiche Agricole e le principali catene della grande distribuzione, che avrebbe dovuto evitare questo fenomeno che spinge a prezzi di aggiudicazione che non coprono neanche i costi di produzione. Occorre spezzare la catena dello sfruttamento che si alimenta dalle distorsioni lungo la filiera, dalla distribuzione all’industria fino alle campagne dove i prodotti agricoli pagati sottocosto pochi centesimi spingono le imprese oneste a chiudere ed a lasciare spazio all’illegalità – aggiungono Cerantola e Palù – Serve una grande azione di responsabilizzazione, dal campo allo scaffale, per garantire che dietro agli alimenti in vendita, italiani e stranieri, ci sia un percorso di qualità che riguarda l’ambiente, la salute ed il lavoro, con un’equa distribuzione del valore.

Coldiretti punta il faro sul caporalato, come prima forma di illegalità causata dai prezzi troppo bassi di acquisto del prodotto.

“Bisogna affiancare le norme sul caporalato all’approvazione delle proposte di riforma dei reati alimentari – sottolineano Cerantola e Palù – Coldiretti promuove stili di vita sani e comportamenti eticamente consapevoli, a fronte dei quali, però, servono leggi altrettanto chiare ed efficaci. Le regole vanno rispettate da tutti e le autorità competenti devono poter sanzionare con la certezza che il sistema giudiziario sia efficace e giusto. Tutto ciò a tutela dei cittadini consumatori e del sistema imprenditoriale e dell’economia dei territori – concludono – Diversamente l’ingiustizia e l’inganno continueranno ad avere la meglio, ai danni di chi opera correttamente”.

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