(askanews) – La montagna fa bene alla salute: al corpo e allo spirito: parola di psicologo. Con alle spalle l’eredità dei profondi sconquassi emotivi innescati dalla pandemia e nel pieno dell’incertezza dei nostri giorni, la montagna si conferma come luogo ideale per una pausa rigenerativa.

“La montagna è tipicamente associata al benessere che, a sua volta, è considerato prioritario rispetto al divertimento – spiega Filippo Rutto, psicoterapeuta, specialista in Psicologia della salute e docente a contratto di Psicologia dinamica all’Università di Torino – Per capirci: se vogliamo divertirci, dobbiamo prima poter stare bene e per raggiungere questa condizione abbiamo bisogno di un ambiente idoneo”.
L’idea, ovviamente, assume ancora più forza nel contesto attuale. Il virus ha stravolto le nostre vite generando profondo disagio e limitando la nostra socialità. La voglia di ritrovare interazione e vicinanza non manca ma il trauma della pandemia rende tutto più difficile. Ecco, prosegue il docente, perché alcuni luoghi possono prestarsi meglio allo scopo. “Nell’ambiente montano le persone interagiscono tipicamente all’interno di un gruppo ristretto sperimentando relazioni sociali qualitativamente migliori – prosegue lo psicologo – Al mare, per contro, è maggiore il rischio di perdersi all’interno di una massa dove gli scambi sono più superficiali. L’esperienza della montagna, in altre parole, ci offre l’occasione di riabituarci progressivamente alla relazione e alla vicinanza con l’altro”.

Per potenzialità e caratteristiche, la montagna resta un luogo privilegiato, conferma anche Adriana Pischedda, psicocologa, psicoterapeuta e specialista in Psicologia della salute. “Sul tema del recupero della socialità non sottovaluterei alcuni aspetti simbolici a cominciare dai vestiti, che in spiaggia non usiamo e che nel contesto attuale post pandemia possono rappresentare una barriera rassicurante – dice Psichedda – “L’attenzione degli psicologi per l’ambiente montano e le attività che si svolgono in quello scenario è consolidata da anni. Basti pensare alle pratiche di mindfulness che includono meditazioni dedicate alla montagna e al cammino. Nel primo caso si tratta di rafforzare l’idea di equilibrio, che è ciò che si perde quando si vive un disagio psicologico. Nel secondo si pone l’accento sul movimento e le pause, ovvero camminare, fermarsi, sentire, ricominciareper promuovere la consapevolezza”. Il resto, conclude, viene quasi da sé. Colori rilassanti, sguardo che si riempie, attività all’aperto che stimolano la produzione di endorfine. Benessere, appunto.
Ci sarà anche tutto questo, dunque, nell’esperienza dei turisti che nell’estate 2022 sceglieranno le località montane confermando, nelle attese degli operatori, quel trend già evidenziatosi nel 2021. I numeri diffusi dal Centro Studi Turistici di Firenze per Assoturismo Confesercenti segnano una ripresa delle presenze nelle località di montagna (+13% sul 2020 nel trimestre giugno-luglio-agosto). Ma a spiccare sono anche i dati delle località dei laghi (+29%) e di quelli termali (+27,4%). Milano, 13 mag.

 

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